di Maria Buonsanto
I lateral hire di soci equity sono in aumento. L’analisi parziale degli spostamenti avvenuti nel 2015 indica che nel periodo intercorso tra il 1° gennaio e il 31 maggio, ci sono stati già 24 lateral. Mentre, se si guarda al 2011, se ne registravano solo 27 nel corso di tutto l'anno.
In questa corsa alla crescita per mezzo di lateral, talvolta si rischia di perdere di vista l'efficacia insita nella strategia. Infatti, analizzando gli spostamenti di soci equity avvenuti nell’arco temporale che va da gennaio 2011 a maggio 2015, si contano sette studi che, dopo aver allargato l’equity per mezzo di lateral hire, hanno visto a meno di cinque anni uscire il professionista alla volta di un nuovo approdo.
Il dato è significativo alla luce delle conclusioni a cui sono giunte le analisi svolte da alcune società di consulenza anglosassoni, secondo le quali un professionista che entra come socio equity per mezzo di lateral hire dovrebbe permanere all’interno della nuova insegna almeno cinque anni per generare profitto. In un lasso di tempo inferiore, infatti, l’investimento fatto nell’ampliamento dell’equity potrebbe non generare un corrispondente ritorno, né da un punto di vista economico né reputazionale.
Sul mercato italiano, invece, come detto si contano sette studi che in meno di cinque anni sono stati interessati dall’uscita di soci che erano da poco entrati come equity. E uno di questi, d’Urso Gatti e Bianchi, è stato protagonista per due volte del fenomeno. Giancarlo Castorino, entrato in d’Urso nel febbraio 2011 dall’allora Marena Castorino D’Angelo Fagotto (nello stesso 2011 inglobato in Pedersoli e Associati), passa nel 2014 in King & Wood Mallesons SJ Berwin. Mentre Valeria Mazzoletti, entrata nel novembre 2012, lascia sempre nel 2014 l’insegna per unirsi a Giovanardi e associati.
Oltre a d’Urso, nel 2014 sono stati soggetti allo spostamento di un equity partner neo-arruolato altri cinque studi: Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners (Luigi Chessa, entrato nel 2012, passa in Cassa depositi e prestiti), Ashurst (Alessandro Giovannelli, entrato nel 2012, fonda Giovannelli e associati), Jenny (Guido Motti, entrato nel 2012, passa in Tonucci & partners), Tonucci (Annalisa Pescatori, entrata nel 2012 da Grimaldi, ritorna in Grimaldi) e Lablaw (Olimpio Stucchi, entrato nel 2011, nel 2014 fonda Uniolex).
A queste uscite, va sommata quella di Silvio Rizzini Bisinelli, che è uscito da Nctm, dove era entrato nel 2012, alla volta di Roedl & partner.
Guardando nello specifico i settori di appartenenza dei professionisti che nel periodo in esame hanno cambiato due volte studio, si evidenzia che la maggior parte sono specializzati in una practice che da sempre è protagonista nel mercato dei lateral, il Corporate (3 casi). Seguono il Banking & finance (2) e il Contenzioso (2) e, da ultimo, il Lavoro, in cui si è registrato un solo caso, quello di Stucchi.
Nonostante i risultati non siano sempre quelli sperati, la crescita orizzontale rimane una delle strategie più utilizzate dagli studi per rispondere ai cambiamenti del mercato. E, dati alla mano, questa tendenza non sembra vedere all’orizzonte immediati segnali di inversione. Le ragioni sono molteplici: aumentare il fatturato; mettere il piede in un settore scoperto; acquisire i clienti del nuovo socio per distribuire attraverso il cross selling lavoro su practice già avviate; o, ancora, conquistare credibilità sul mercato reclutando professionisti di rilievo.
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