Il 2017 sarà un anno chiave per la governance della sostenibilità. Con la spinta del decreto attuativo della direttiva non financial, pubblicato in Gazzetta il 10 gennaio, diventa ancora più urgente per le aziende pensare in modo “integrato”, considerando le ricadute su tutte le forme di capitale (non solo quello finanziario ma anche quello manifatturiero, sociale e relazionale, naturale, umano e intellettuale). L’obbligatorietà della rendicontazione dei fattori non finanziari per le imprese più rilevanti, stabilita dalla direttiva, rende infatti quanto mai urgente assicurarsi che l’intera macchina aziendale sia in grado di produrre dati di qualità e allineati alla strategia, comprendendo come gestire al meglio gli aspetti ambientali, sociali e di governance (indicati con l’acronimo Esg) all’interno della società. Nei fatti, per le aziende diventa obbligatoria una sorta di “governo” degli Esg, traducibile, appunto, anche in governance della sostenibilità o governance integrata. A che punto sono le imprese in questo processo di governance integrata?
Per dare una risposta alla domanda, TopLegal ed ETicaNews hanno avviato la seconda edizione dell’Integrated governance index (Igi), un indice quantitativo costruito sulla base di un questionario alle principali società italiane quotate. L’Igi vuole esprimere in modo chiaro e sintetico il posizionamento delle aziende in relazione agli aspetti di sostenibilità più caldi, come la presenza o meno di un comitato sostenibilità, l’esistenza di una politica di remunerazione legata a parametri Esg o il tema della diversity del board. Come nella sua prima edizione, l’Igi è sviluppato nell’ambito dell’Osservatorio sull’Integrated Governance, un progetto curato da ETicaNews e TopLegal, con i partner scientifici Nedcommunity, Methodos
e Morrow Sodali e con il supporto dello studio segue a pagina Dentons. «Ora si fa sul serio! Il recepimento in Italia della normativa comunitaria sulla rendicontazione non finanziaria – ha commentato Stefano Speroni, responsabile del dipartimento Corporate M&a di Dentons - ha un impatto significativo sulla governance delle aziende, oltre che riflessi sul coordinamento della rendicontazione finanziaria con quella non finanziaria. Il nostro team è già ampiamente impegnato su questi temi al fianco di importanti società italiane». I risultati dell’Index verranno presentati a giugno nella seconda edizione dell’Integrated governance conference, convegno scientifico che si pone l’obiettivo di favorire il dibattito tra aziende, investitori e professionisti e di fornire un’opportunità di confronto sulle best practice. L’integrated governance rappresenta infatti un territorio di frontiera, la recente evoluzione di pratiche, processi e cultura di governance con lo scopo di tenere in considerazione, insieme ai fattori economici, anche tutti i fattori Esg (ambientali, sociali, di governance) e tutte le forme di creazione del valore (i sei capitali) che compongono il patrimonio di un’azienda nella messa a punto delle strategie, con particolare attenzione agli orientamenti di medio-lungo periodo. Un processo che coinvolge diverse figure aziendali, tra cui anche il chief financial officer e il Cda, e che assegna anche al giurista d’impresa e ai consulenti legali un ruolo sempre più strategico.
Le novità della seconda edizione
La seconda edizione ha preso il via a inizio febbraio con l’invio dei questionari, e prevede due importanti novità: l’estensione del panel oggetto di analisi alle prime cento società italiane per capitalizzazione (l’anno scorso l’indagine ha riguardato le 40 società del Ftse Mib); e un primo tentativo di bilancio sull’applicazione della direttiva non financial. In questa seconda edizione il questionario di indagine è infatti stato affinato e ampliato. Tre le aree di analisi.
La prima parte è dedicata alla struttura di governance delle aziende in relazione alle tematiche di sostenibilità, tra cui l’applicazione del Codice di autodisciplina di Borsa, la diversity, la retribuzione, le strategie di business, i comitati del board, gli investitori e i piani di successione. Rappresenta il cuore dell’indice: un insieme di domande che scattano una fotografia sullo stato dell’arte del buon governo e che pesa per 90 dei 100 punti massimi assegnabili. La seconda riguarda il recepimento della direttiva non financial, con l’obiettivo di comprendere se la nuova disciplina è stata oggetto di discussione all’interno del board e quale significato assume per l’azienda.
Questa seconda parte rappresenta un approfondimento straordinario che ogni anno si focalizzerà su uno specifico tema di indagine, particolarmente rilevante per l’evoluzione della governance integrata, e a cui sono attribuiti i restanti 10 punti dell’indice.
La terza parte vuole rappresentare un contributo all’evoluzione del dibattito accendendo un faro sulle linee guida Esg di Borsa Italiana in ottica di indagine statistica e senza punteggio.
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