Dopo l'entrata in vigore, lo scorso 12 agosto 2011, della legge 120/2011, approvata grazie all’impegno bipartisan delle onorevoli Lella Golfo (Pdl) e Alessia Mosca (Pd), adesso si attende il 30 giugno come banco di prova per valutare l'effettivo adeguamento delle aziende alla norma. Il 30 giugno, infatti, è il giorno in cui scade l'esercizio di molte società che, dunque, per la fine di quest’anno dovranno essere pronte a rinnovare i propri consigli e collegi sindacali. «Solo allora - afferma Romina Guglielmetti, dello studio Santa Maria e membro dell'Advisory Board of Ready for the board women project - potremo verificare in quali casi saranno inserite professioniste brave e competenti e saranno perseguite “logiche non parentali o salottiere”, ma essenzialmente di merito».
Ieri, nel corso dell'evento organizzato da Professional women's association,
"Ready-for-Board Women" si è fatto il punto della situazione cercando di
approfondire la tematica e diffondere corrette informazioni
sull'applicazione della legge e promuovere criteri meritocratici di
accesso ai board. Pwa, già da tre anni, pubblica un dossier che
elenca le donne che, per competenza, sono candidabili a far parte di un
Consiglio di Amministrazione delle aziende italiane pubbliche e private.
Intanto nell'universo delle quote rosa sembra che qualcosa si sia già mossa. Nel corso del 2011, infatti, nuove nomine all'interno dei cda hanno riguardato donne: Alessandra Perrazzelli, nel cda di Atm, così come Elisabetta Oliveri; Laura Iris Ferro, cda di Istituti Milanesi Martinit e Pio Albergo Trivulzio; Elisabetta Magistretti, cda di Mediobanca; Claudia Cattani, presidente del collegio sindacale di As Roma; Tamara Laudisio, sindaco supplente So.Ge.Mi; Patrizia Arienti, cda Deloitte & Touche S.p.a; Barbara Poggiali, cda Falck Renewables, Anna Gervasoni, cda Same Deutz-Fahr; Stefania Chiaruttini, cds Bpm.
«I soci e le società - precisa Guglielmetti - cominciano ad attrezzarsi. Entro il 2015 le donne che dovranno sedere negli emittenti saranno circa 700 e circa 200 nei collegi sindacali. La legge introduce una importante e concreta novità nell’ambito del diritto societario italiano: gli organi sociali delle società quotate in scadenza dal 12 agosto 2012 dovranno essere rinnovati riservando una quota pari ad almeno un quinto dei propri membri al genere meno rappresentato: le donne».
La legge, che esaurisce la sua efficacia nel 2022, dovrà, in soli dieci anni, far sì che in Italia si raggiunga l’obiettivo di «rimuovere gli ostacoli che sinora hanno limitato l’accesso delle donne a ruoli di comando, favorendo un processo di rinnovamento culturale a supporto di una maggiore meritocrazia e di opportunità di crescita».
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