Linklaters e Clifford Chance scendono direttamente in campo per le quote rosa in Cda. Lo scorso 12 luglio, anche in Italia, come già avvenuto in altri ordinamenti europei, è stata approvata la legge n.120, che introduce le quote di genere per la composizione degli organi sociali delle società quotate (nonché delle società a controllo pubblico). La legge introduce un sistema sanzionatorio e, nel caso in cui la composizione dell’organo risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto, la Consob diffida la società affinché si adegui alle prescrizioni normative entro il termine massimo di quattro mesi.
Proprio la Consob, nel documento di consultazione emesso lo scorso 9 dicembre, ha sottolineato che: «La legge attribuisce alla Consob il compito di stabilire con regolamento in ordine alla violazione, all’applicazione e al rispetto delle disposizioni in materia di quota di genere, anche con riferimento alla fase istruttoria e alle procedure da adottare. Il regolamento dovrà essere adottato entro sei mesi dall’entrata in vigore delle nuove previsioni, avvenuta il 12 agosto 2011».
Consob, poi, ha chiesto libere osservazioni al documento di consultazione. Osservazioni che, tra gli studi legali, sono state inviate soltanto da Clifford Chance e Linklaters. I due studi esprimono in sostanza pareri sulla modalità di modifica degli statuti, sull'adeguamento per le liste di minoranza, sulla sostituzione dei componenti degli organo venuti a cessare in corso di mandato.
In riferimento, per esempio, alle modifiche del Regolamento emittenti, Clifford Chance ha proposto l'attuazione di un meccanismo sanzionatorio applicabile esclusivamente alle violazioni sostanziali della disciplina. Mentre Linklaters condivide in pieno la proposta della Commissione di demandare all'autonomia statutaria le modalità di applicazione dei criteri di riparto, confomandosi al sistema attualmente in vigore con riferimento agli amministratori indipendenti.
Nel documento di consultazione, inoltre, si traccia una fotografia dell'attuale situazione, aggiornata al 31/10/2011. Le donne, secondo quanto fotografato da Consob, «rappresentano il 7,18% dei componenti gli organi di amministrazione. Seppur in crescita, la partecipazione femminile alla vita delle società quotate italiane risulta ancora molto limitata, soprattutto se si guarda a quanto accade in altri Paesi. Negli Stati Uniti, per esempio, le donne che risiedono negli organi di amministrazione rappresentano il 15,7% del totale, in Svezia e in Finlandia il 24%, in Norvegia ben il 40%7».
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