Sarà il 12 agosto prossimo il giorno che spingerà le donne nei cda. La legge Golfo-Mosca del 12 luglio 2011 prevede che proprio a partire da questa data, consigli di amministrazione e collegi sindacali di aziende quotate in Borsa e a partecipazione statale, dovranno avere una componente femminile pari almeno ad un quinto dei loro membri. Sull'equilibrio di genere e l'introduzione della legge 120 si è parlato nel corso del convegno, tenutosi ieri a Milano, organizzato dall'Odcec, Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, in collaborazione con l'Ordine degli avvocati e il consiglio notarile di Milano.
«In un mondo ideale, questa legge non esisterebbe», ha dichiarato Domenico De Stefano, presidente del Consiglio Notarile di Milano, nel corso dell'incontro. Ma, appunto, un mondo ideale che non è l’Italia. Dove, invece, la legge era necessaria. A confermarlo anche alcuni numeri che sono stati presentati dai vari relatori sulla situazione nazionale. Nel corso del 2011, secondo il rapporto di Assonime-Emittenti Titoli, su 4.301 membri di organismi sociali di 262 società quotate, 317 erano donne, ossia il 7,4 per cento. I dati però sarebbero in crescita, le donne nei cda, infatti, sono aumentate da 125 nel 2006 a 182 nel 2011. Certo un dato incomparabile ai 2.728 consiglieri uomini. È la professoressa Francesca Zajczyk dell'Università degli studi di Milano Bicocca a sottolineare che il 60% dei precari sono donne e che «esiste in Italia un 16,6% di donne inattive che non cercano il lavoro ma che vorrebbero lavorare. Sono in pratica rassegnate».
È innegabile, invece, che dagli anni 70, in cui le donne fecero il loro ingresso nel mercato del lavoro, la presenza del "gentil sesso" ha assunto un ruolo sempre maggiore, ruolo che la legge Golfo-Mosca può contribuire a potenziare ulteriormente. Sempre la ricerca Assonime ipotizza che una volta che la legge sarà applicata in toto, la presenza femminile salirà al 24,6% al primo rinnovo dei Cda e al 37,5% al secondo rinnovo. Anche nel settore delle libere professioni la presenza femminile è sempre cresciuta. «Stiamo raggiungendo - dichiara Paolo Giuggioli, presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano - il 60% di donne iscritte al registro praticanti».
Ma ai vertici la presenza femminile è ancora poco diffusa.