RIFORMA DEL LAVORO, TOFFOLETTO: «È L'ULTIMA OCCASIONE»

20-03-2012

RIFORMA DEL LAVORO, TOFFOLETTO: «È L'ULTIMA OCCASIONE»

La Riforma del lavoro è il tema caldo di questi giorni e nell'attesa dell'incontro con le parti sociali, che si terrà oggi, e della decisione del Governo, TopLegal ha intervistato Franco Toffoletto (in foto), per analizzare i cardini della Riforma.

In vista delle decisione che il Governo prenderà la prossima settimana, quali sono le prospettive che si aprono con i cambiamenti riguardanti in particolare l'articolo 18?

Dipende molto dai cambiamenti che verranno apportati. Sulla questione regna molta confusione ed è difficile esprimere un parere senza aver letto un testo normativo. Il punto fondamentale è che venga tolta la reintegrazione come rimedio esclusivo per un licenziamento annullato, che come è stato più volte osservato rappresenta un'anomalia del sistema italiano. Ciò non significa, è bene ribadirlo, togliere il diritto dei lavoratori a ricevere una motivazione per il licenziamento.

E sul risarcimento?
Occorre valutare a quanto ammonta il risarcimento del danno che, se il datore perde la causa, dovrà pagare, nel diverso caso del licenziamento soggettivo (giusta causa o grave inadempimento) o oggettivo (ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa). Ritengo assai pericoloso e tecnicamente sbagliato la proposta di specificare meglio le nozioni di giusta causa e giustificato motivo. Spero sinceramente che non facciano un errore del genere. Per noi (giudici ed avvocati), questi concetti sono chiarissimi. Spero anche che non tocchino il processo del lavoro. Sono sempre contrario ai processi sommari. La giustizia non funziona perché alcuni uffici non funzionano. Non bisogna modificare il codice di procedura civile, ma fare in modo che tutti gli uffici funzionino sui livelli di Torino e Milano.


Lavoro flessibile o lavoro precario, come vede il futuro?
Se davvero verrà modificato l'art. 18 togliendo la reintegrazione come unico rimedio, allora probabilmente le aziende assumeranno di più con contratti a tempo indeterminato. La flessibilità esistente è più che sufficiente, anche se molte norme sono scritte malissimo. Spero si colga l'occasione per riscrivere alcune norme in una maniera tecnicamente più precisa. Il contratto di lavoro a progetto è una sciagura: sarebbe da abrogare completamente, per ritornare alla collaborazione continuativa e coordinata, senza i limiti dell'art. 61 e soprattutto abrogando, in ogni caso, l'art. 69, che consente di trasformare contratti di lavoro autonomo veri in contratti di lavoro subordinato. Per l'associazione in partecipazione, sarebbe meglio mettere un limite minimo di reddito, per l'associato in partecipazione, per esempio 50.000 euro. Non vincolarlo al numero di addetti.


Rendere più dinamico il mercato del lavoro contrastando al contempo il fenomeno della precarizzazione è l'obiettivo che si pone il ministro Fornero, con più flessibilità in entrata e uscita. E' la strada giusta?

In realtà con poche modifiche ben pensate e ben scritte, tutto potrebbe funzionare egregiamente. Indubbiamente, dobbiamo modificare la percezione che il nostro sistema giuslavoristico sia il peggiore d'Europa, anche se non è completamente vero. Ma tra i motivi per i quali non si sceglie il nostro Paese per fare un investimento, senza dubbio, c'è anche questo.

 
Condivide le linee guida del governo sull'intera Riforma?

Le dichiarazioni vanno sempre bene. Poi bisogna guardare il come le norme sono scritte. Ci vorrebbe finalmente una revisione seria della materia. Scritta bene, una volta per tutte. Speriamo non sia ancora una volta un'occasione perduta. Anche perché credo sia veramente l'ultima.





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