RIFORMA FALLIMENTARE, IN 250 ALLA SERATA TOPLEGAL EY

30-01-2009

RIFORMA FALLIMENTARE, IN 250 ALLA SERATA TOPLEGAL EY

Oltre 250 tra avvocati, imprenditori, banchieri e rappresentanti di fondi d’investimento hanno partecipato ieri all’evento organizzato da TopLegal con Enrnst & Young per la presentazione del libro “Riforma fallimentare. Lavori preparatori e obiettivi” a cura di Michele Vietti, Francesco Marotta e Fabrizio Di Marzio.
Ad illustrare i contenuti della seconda edizione di questo lavoro erano presenti Augusto Fantozzi, commissario straordinario Alitalia; Bartolomeo Quatraro, presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano; Fausto Severini, presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma; Francesco Marotta  Law Managing Partner dello Studio legale reibutario in association with Ernst & Young; Fabrizio Di Marzio, giudice della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma. Natalino Irti, ordinario dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha moderato gli interventi.

Nel dibattito è emerso il ruolo centrale che la riforma del diritto fallimentare sta avendo per il sistema economico nazionale in un’ottica di sempre crescente concorrenza tra gli ordinamenti. Non sono mancate però anche delle riflessioni critiche. Per Vietti il lavoro di riforma deve proseguire: «Va riformata l’amministrazione straordinaria» ha detto «con l’obiettivo di darle una chiara connotazione pubblicistica e bisogna rivedere le fattispecie penali. Queste riforme potrebbero essere inserite nel contesto dei lavori della cosiddetta riforma della giustizia».
Mentre Fantozzi ha dedicato il suo intervento alla “variante Alitalia”, Natalino Irti ha notato come nel nostro Paese, dal 1942 a oggi, la legislazione in tema fallimentare si sia sempre accompagnata da numerose normative in deroga delineando sempre la necessità di un diverso trattamento per le grandi imprese nazionali e per il resto della platea di Pmi.
Il presidente Quatraro, poi, ha offerto uno spaccato delle cifre sul concordato preventivo e sui fallimenti a Milano. Il quadro che ne è emerso, per ciò che concerne il concordato preventivo delinea ancora uno scarso ricorso a questo strumento. I concordati a Milano erano 16 nel 2006 e sono arrivati a 40 nel 2008. «C’è ancora poca informazione» ha sottolineato Quartaro «e la magistratura dovrebbe impegnarsi presso le associazioni degli imprenditori e delle banche per spiegare con chiarezza cosa è questo strumento e come va utilizzato». La parola d’ordine, ha concluso Marotta  (vincitore tra l'altro del TopLegal Award 2008 nella categoria Private equity) è «tempestività»: «Troppo spesso gli imprenditori cercano di attivare il concordato quando oramai si trovano con l’acqua alla gola. Ma se si agisce tempestivamente, il concordato si può rivelare la soluzione migliore per l’imprenditore, il compratore e i lavoratori».

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EY SLT FrancescoMarotta, NatalinoIrti, MicheleVietti Alitalia


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