Specialità della professione forense e rispetto dei principi qualificanti della professione: dalle regole per l’accesso volte a tutelare l’affidabilità della prestazione; alla riserva della consulenza legale che non compromette le competenze affidate ad altre professioni ordinistiche.
L’Avvocatura, nella sue componenti istituzionali, politiche e associative, si è riunita sabato a Roma sotto l’egida del Consiglio nazionale forense per discutere dello stato di avanzamento dei lavori della riforma dell’ordinamento professionale.
Attualmente il testo è in discussione in commissione giustizia del Senato e a breve inizierà la votazione degli emendamenti presentati da tutte le forze politiche. Non solo. Oggetto dell’incontro, come ha specificato introducendo i lavori il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa (nella foto) anche la discussione riaperta alla Camera sulle professioni con l’indagine conoscitiva che entrerà nel merito la prossima settimana.
Al termine dell’incontro di oggi, l’Avvocatura ha approvato un documento unitario che ribadisce l’unitarietà dell’avvocatura sull’obiettivo di ottenere l’approvazione del testo nel rispetto di dieci punti qualificanti, che alcuni emendamenti mettono in discussione.
Il documento ribadisce la irrinunciabilità dei principi di fondo indicati nel Testo unitario condiviso dall’Avvocatura istituzionale e associativa quali:
1) La specialità dell’ordinamento professionale forense
2) Le regole di accesso alla professione volte, non a limitare la concorrenza, ma a tutelare la sicurezza e l’affidabilità della prestazione professionale
3) Il rigore della formazione continua e dell’aggiornamento permanente al servizio della qualità della attività professionale
4) La previsione di titoli di specializzazione come elemento di ulteriore qualificazione e sicurezza del servizio dell’avvocato
5) La riserva professionale di consulenza legale, che assicura la maggiore protezione dell’ affidamento del cittadino.
6) La legittimità dei minimi tariffari inderogabili, come parametro di adeguata e corretta retribuzione della prestazione professionale e come garanzia della qualità della prestazione rispetto alla collettività; nonché il ripristino del divieto di patto di quota lite a presidio dell’indipendenza e dell’autonomia dell’avvocato rispetto agli interessi tutelati
7) I contenuti e i limiti della pubblicità consentita, che deve ispirarsi a una corretta informazione e rispettare il decoro della professione
8) La devoluzione del potere regolamentare al Cnf, come opportuna applicazione del principio di sussidiarietà e del principio di autonomia della formazioni sociali
9) L’effettività e continuità dell’esercizio professionale come condizione di permanenza nell’albo, a garanzia dell’affidabilità della prestazione legale
10) L’esclusione dei soci di mero capitale dalle forme associative professionali, a tutela della funzione sociale dell’Avvocatura e del ruolo costituzionalmente ad essa già attribuito.
Il documento, infine, impegna il Governo e il Parlamento ad approvare in tempi rapidi il progetto di riforma.