Integrated Governance

Rivoluzione Esg, le ragioni per non ignorarla

L’Index di TopLegal ed ETicaNews sulle prime 100 aziende quotate snodo interessante per investitori al Salone del Risparmio

19-04-2018

Rivoluzione Esg, le ragioni per non ignorarla


 
L’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (Esg), nel governo aziendale è una sfida ma anche un’opportunità nella relazione con gli investitori, perché crea valore anche in chiave di engagement. Questa connessione è emersa con forza al Salone del Risparmio, durante la tavola rotonda “Presentazione Integrated Governance Index (IGI)– La finanza incontra gli Esg delle aziende”, organizzata da TopLegal ed ETicaNews: un passaggio chiave, che segna una nuova frontiera per la governance integrata, per la prima volta sbarcata in un Salone dedicato al mondo del risparmio e degli investitori. Su questa nuova frontiera – la finanza che incontra gli Esg delle aziende - si sono confrontati i partner del progetto IGI, Dentons e l’asset manager Bmo Global Asset Management, insieme a Snam, Enel e Generali, le tre best practice emerse nell’edizione 2017 dell’Integrated Governance Index (sul sito www.integratedgovernance.it i dettagli del progetto). 
 
Perché la governance integrata rappresenta uno scatto in avanti nella relazione con il mondo degli investitori? La prima risposta che è emersa dalla tavola rotonda è che è cambiata la percezione dell’investitore nei confronti delle pratiche di sostenibilità, e questo cambiamento ha aperto «una nuova frontiera» che vede l’incontro della finanza con l’economia reale. Secondo Giampaolo Giannelli, head of sales Italy di Bmo Global AM (Emea), una prova di questa evoluzione è data dal numero dei firmatari dei Principles for responsible investment (Pri), che superano i 1.700 (e oltre 1.950 se si contano anche i data provider). Per Giannelli quello che forse sorprende di più è che rappresentano oltre 70mila miliardi di patrimonio in gestione. Questo significa che c’è una fetta sempre più grande della finanza che presta un’attenzione particolare al tema della sostenibilità. Bmo ha iniziato un percorso nel settore della finanza etica a metà degli anni ’90, dal 2000 svolge attività di stewardship ed engagement con le aziende detenute nei portafogli degli investitori, sia per i patrimoni che gestisce direttamente ma anche per conto di altri istituzionali (leggi anche l’intervista sul numero di Aprile/Maggio di TopLegal Review). L’attività di engagement è, dunque, un mattone fondamentale per il rapporto azienda-investitori e di riflesso per la costruzione di un apparato trasparente e sostenibile, che si esplica poi nei numeri attraverso il bilancio delle aziende.

Come ha infatti rilevato Antonella Brambilla, partner di Dentons, tutte le analisi funzionali alla redazione di un bilancio di sostenibilità consentono alla società di mappare anche aree tematiche che prima non costituivano un elemento fondamentale nel sistema di controllo e gestione dell’azienda. E questa analisi diventa oggi un elemento concreto anche in tema di valutazione della società stessa. Brambilla ha infatti sottolineato che la governance è trasparenza, e la trasparenza ha una valenza pratica evidente nell’orientamento dell’investitore. L’introduzione della Dnf (Dichiarazione non finanziaria, Decreto 30 dicembre 2016 n. 254) ha messo molte aziende nell’obbligo di adottare una rendicontazione non finanziaria e, allo stesso tempo, si è rivelata un’occasione perché il board iniziasse a valutare tematiche che prima erano viste come avulse e non correlate a quello che può essere l’andamento economico della società.
 
Ecco perché l’Igi, il primo indice quantitativo che fotografa il grado di avanzamento delle prime 100 società italiane quotate in Borsa rispetto alla gestione dei fattori Esg, rappresenta, oltre che uno strumento di consapevolezza per le aziende, anche una lente sulle opportunità di investimento responsabile. E diventa uno snodo interessante anche per chi ha bisogno di impostare strategie in tal senso, a cominciare dai grandi investitori, il cui ruolo prospettico è quello di cimentarsi con l’engagement Esg. La tappa al Salone del Risparmio ha anticipato il prossimo appuntamento di giugno con l’annuale Integrated Governance Conference, giunta ormai alla terza edizione. Nel convegno il prossimo 19 giugno a Milano verranno presentati i risultati dell’edizione 2018 dell’Integrated Governance Index sviluppato con Nedcommunity, Methodos e Morrow Sodali e, per la parte di indagine straordinaria, con Andaf. E sarà un momento di dibattito e confronto sull’evoluzione delle best practice e sulle diverse esperienze delle aziende. 

In House integrati
Al Salone del Risparmio dove sono state invitate a portare la propria esperienza le tre best practice individuate dall’Integrated Governance Index nell’edizione 2017. Esperienze che mostrano come le diverse funzioni aziendali stanno lavorando in ottica di integrazione dei fattori Esg (leggi anche l’articolo “In house integrati sul numero di Aprile/Maggio di TopLegal Review). Giulia Genuardi, head of sustainability Planning and Performance Management di Enel, ha rilevato come l’azienda già da tre anni ha istituito, dentro l’investor relation, un’area che si occupa in maniera specifica dei trend di mercato sul tema della sostenibilità. Nel 2017, poi, c’è stata un’ulteriore evoluzione: è stata affiancata alla parte investor relation anche quella finanza. Con uno scatto in avanti anche in termini strategici, verso un piano strategico integrato. Tanto che per la prima volta l’amministratore delegato, nella presentazione del piano industriale, ha parlato di quattro pilastri a sostegno dell’azienda. A quelli della crescita, dell’efficienza e del risultato economico e finanziario si è aggiunta formalmente la gestione del capitale umano.

Anche nell’esperienza di Snam la gestione del capitale umano rappresenta un punto cardine della strategia di integrazione dei fattori Esg, con una marcata attenzione per esempio alla presenza di indipendenti e di donne nel board. D’altra parte, ha fatto notare Rozemaria Bala, head of Governance & Corporate Affairs di Snam, nel team del General Counsel Marco Reggiani, i fondi Sri costituiscono il 4,8% del capitale sociale. Se calcolato rispetto agli istituzionali, la quota sale a circa il 10 per cento. La trasparenza del processo decisionale, l’integrazione e l’attenzione nel piano strategico di rischi e obiettivi di sostenibilità, sono quindi elementi di governance a cui gli investitori prestano particolare attenzione. A questo si aggiunge anche il tema remunerazione dove i target di performance della sostenibilità costituiscono per Snam parte del riconoscimento della remuneration sia nel breve termine sia nel lungo termine. Tanto che il target di riduzione delle emissioni nell’arco del triennio 2018-2020 pesa per il 10% sulla remunerazione del top management.

L’integrazione dei fattori Esg, in risposta alle sfide di un mondo in forte mutamento, sta portando quindi le aziende sempre più ad abbandonare il ragionamento per compartimenti stagni, per “silos”. Come ha sottolineato Lucia Silva, group head Sustainability and Social Responsibility di Generali, che definisce la governance come la conseguenza di un pensiero trasversale. Un approccio omogeneo che deve tener conto, dunque, di tutti i soggetti interessati (investitori e assicurati nel caso specifico di Generali) e ragionare nell’ottica di un pensiero integrato. Che si riflette anche nell’esigenza di dare evidenza, anche nella rendicontazione, di come di come financial e non financial siano entrambe utili per descrivere un’unica realtà. Per Generali la Dnf è stata così un’occasione per fare ordine tra i diversi reporting prima esistenti con la scelta di includere l’integrated report come parte dell’annual report. 
 


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Dentons AntonellaBrambilla, MarcoReggiani, RozemariaBala, LuciaSilva Generali, Enel, Snam, Bmo Global Asset Management


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