La Cassazione ha bocciato il ricorso di Gedi Gruppo Editoriale contro Rti Reti televisive italiane (Rti), assistita da Previti (TLIndex196) e Lepri, confermando la decisione del novembre 2017 con cui la Corte di appello di Roma aveva condannato l'allora Gruppo Editoriale L'Espresso a risarcire i danni per violazione del diritto d'autore. Al centro del contenzioso tra i due gruppi, il caricamento senza autorizzazione sui portali online del gruppo Gedi di contenuti audiovisivi relativi a programmi prodotti e diffusi da Rti.
Rti, del gruppo Mediaset, è stata difesa da Previti, con il partner Stefano Previti, coadiuvato da Alessandro La Rosa e Vincenzo Colarocco, e da Fabio Lepri, name partner dell’omonimo studio, e con il coordinamento aziendale interno di Stefano Longhini, direttore gestione Enti collettivi, protezione diritto di autore e contenzioso di Rti.
Con la sentenza n. 8270 del 14 marzo 2022, la Suprema Corte ha infatti respinto integralmente il ricorso nei confronti di Rti, confermando così la decisione della Corte d'Appello di Roma, impugnata da Gedi, con la quale è stata accertata l'illiceità della pubblicazione non autorizzata di video estratti da noti programmi televisivi di Rti in quanto atti di concorrenza sleale ai danni della seconda.
La Suprema Corte ha accolto ed enucleato una nozione "dinamica" di comunanza di clientela secondo cui la concorrenza tra le due parti del giudizio poteva essere considerata sia sotto il profilo della concorrenza sul mercato pubblicitario degli inserzionisti, che dal numero di utenti collegati, con conseguente rilevanza dell’utilizzazione non autorizzata dei contenuti immessi sul portale di Gedi.
Previti ha assistito con successo Rti anche nel 2021 in due cause simili, al Tribunale delle imprese di Roma, che ha condannato al risarcimento danni Dailymotion e Veoh per aver diffuso contenuti online di Rti senza autorizzazione.
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