SAN RAFFAELE, ADESSO SI ATTENDE IL 26 OTTOBRE

Gregorio Gitti al fianco delle banche e Francesco Gianni, con l'istituto ospedaliero, seguono le udienze presso il Tribunale fallimentare di Milano

13-10-2011

SAN RAFFAELE, ADESSO SI ATTENDE IL 26 OTTOBRE

Si è tenuta ieri l'udienza davanti al Tribunale fallimentare di Milano, presieduto da Filippo Lamanna, e i pm Lauria Pedio e Luigi Orsi per discutere il concordato preventivo presentato per il salvataggio del San Raffaele.  
I giudici, al termine dell'udienza, hanno chiesto ai vertici dell'ospedale un'integrazione dei documenti presentati per la richiesta di concordato preventivo, prendendosi circa 15 giorni di tempo per poter valutare la situazione. Sono stati chiesti, in particolare, chiarimenti su alcune società che fanno capo al gruppo, come Finraf e il nuovo ospedale di Olbia, oltre a informazioni aggiuntive relative a una parte del patrimonio immobiliare. Il giudice Lamanna ha chiesto, invece, alcune modifiche alla struttura dell'offerta con la finalità di evitare che, ottenuta l'omologa del Tribunale, qualche fattore esterno possa  rimettere in discussione la sorte del San Raffaele.

Per le integrazioni, quindi, ci sara' tempo fino al 26 ottobre, giorno fissato per la prossima udienza.

Il piano di risanamento del San Raffaele, presentato dal vice presidente dell'ospedale, Giuseppe Profiti, insieme all'avvocato Francesco Gianni, name partner di Gianni Origoni Grippo e Partners, prevede la costituzione di una newco che gestirà le attività cliniche e di ricerca e un investimento in quote paritarie di 250 milioni di euro da parte dello Ior e dell'imprenditore genovese Vittorio Malacalza.
Il pool di istituti di credito (sette banche più gli istituti di leasing), impegnate nel salvataggio dell'azienda ospedaliera, tra cui Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Popolare di Sondrio, Ubi, Mps, hanno assicurato le linee di credito e la finanza necessaria per il periodo di avvio del piano, ad assisterle dal punto di vista legale Gregorio Gitti, partner dello studio Pavesi Gitti Verzoni, con Angelo Gitti e Francesco Selogna.

Le banche creditrici, hanno dato formalmente il loro assenso per l'erogazione al gruppo ospedaliero di un totale di circa 225 milioni più i leasing, per complessivi  400 milioni su un indebitamento, per gli impegni  di firma, del totale di 1,5 miliardi, più il vero debito; adesso sarà l'assemblea dei creditori a dover dire l'ultima parola con una maggioranza di almeno i tre quarti. Solo a quel punto, il piano di salvataggio verrà omologato.

Ma solo dopo il 26 si conoscerà il reale importo erogato dalla banche e intanto, l'attuale cda ha chiesto ulteriore finanza (circa 60 milioni) agli istituti di credito,  in modo da non trovarsi in situazione di stress finanziario nei prossimi mesi. Il risultato è stato un prestito ponte da 25 milioni a cui si aggiungono linee di credito sul factoring per 35 milioni.

«Attendiamo il 26», dice Gregorio Gitti a TopLegal.it, «siamo molto cauti e prudenti ma l'apporto delle banche per il San Raffaele è stato importante».


Sul tavolo, ad ogni modo,  c'e' un'offerta da parte di due soggetti: il Vaticano attraverso lo Ior, assistito dallo studio Grande Stevens con il socio Michele Briamonte, e la famiglia Malacalza, pronti a mettere sul tavolo 250 mln per rilevare le attivita' sanitarie. La proposta e' pero' condizionata all'omologa del concordato preventivo. Mentre resta, in attesa della decisione sul concordato preventivo, la richiesta di fallimento da parte della Procura di Milano.

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