Rinviata di un giorno la decisione dei giudici del Tribunale fallimentare di Milano, presieduto da Filippo La Manna, sul concordato preventivo presentato per il salvataggio del San Raffaele. I giudici si riuniranno, quindi, domani in camera di consiglio per decidere sull'ammissibilità del concordato.
Nell'udienza che si è tenuta oggi, intanto, La Manna ha concesso all'ospedale tempo fino a stasera alle 19 per inviare un fax con alcune puntualizzazioni contabili da lui richieste relative a presunte discordanze tra i conti fatti dagli attestatori e quelli fatti dal San Raffaele.
La procura dal canto suo ha tempo sino a domani alle 10,30 per presentare delle repliche a queste puntualizzazioni.
I pm Luigi Orsi e Laura Pedio nell'udienza odierna hanno ribadito la richiesta di fallimento e hanno depositato un documento in cui i due consiglieri di amministrazione dell'ospedale - Massimo Clementi e Maurizio Pini - dimessisi nei giorni scorsi lamentano il modo in cui il cda ha gestito la situazione.
Come anticipato da TopLegal.it lo scorso 13 ottobre, il piano di risanamento del San Raffaele, presentato dal vice presidente dell'ospedale, Giuseppe Profiti, insieme all'avvocato Francesco Gianni, name partner di Gianni Origoni Grippo e Partners, prevede la costituzione di una newco che gestirà le attività cliniche e di ricerca e un investimento in quote paritarie di 250 milioni di euro da parte dello Ior e dell'imprenditore genovese Vittorio Malacalza.
Il pool di istituti di credito (sette banche più gli istituti di leasing), impegnate nel salvataggio dell'azienda ospedaliera, tra cui Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Popolare di Sondrio, Ubi, Mps, hanno assicurato le linee di credito e la finanza necessaria per il periodo di avvio del piano. Ad assisterle dal punto di vista legale, Gregorio Gitti, partner dello studio Pavesi Gitti Verzoni, con Angelo Gitti e Francesco Selogna.
Le banche creditrici, hanno dato formalmente il loro assenso per l'erogazione al gruppo ospedaliero di un totale di circa 225 milioni più i leasing, per complessivi 400 milioni su un indebitamento, per gli impegni di firma, del totale di 1,5 miliardi, più il vero debito.
Lo Ior, assistito dallo studio Grande Stevens con il socio Michele Briamonte, e la famiglia Malacalza, seguita da Andrea Manzitti e Gianpiero Succi, partner di Bonelli Erede Pappalardo, sono pronti a mettere sul tavolo 250 mln per rilevare le attività sanitarie.
La proposta è però condizionata all'omologa del concordato preventivo.
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