Daniele Santosuosso (in foto), name partner dell’omonimo studio romano, Beniamino Caravita di Toritto e Giuseppe Niccolini hanno assistito Fedit (in liquidazione), per l'accertamento dei crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali, svolte dai consorzi agrari per conto e nell'interesse dello Stato nel dopoguerra.
La Corte di Cassazione ha depositato venerdì 13 la sentenza che ha accertato a favore della Federconsorzi un credito verso il Ministero delle politiche agricole di oltre 500 milioni di euro, cui andranno aggiunti gli interessi pari al Tus (tasso ufficiale di sconto) maggiorato del 4,4%, con la sola esclusione, sentenzia la Suprema Corte, della capitalizzazione - cioè l'anatocismo - semestrale.
La sentenza ha effetto di giudicato ed è immediatamente esecutiva e, pertanto, legali e tecnici sono al lavoro per fare i calcoli della cifra finale da porre in esecuzione. Secondo le prime stime il credito potrebbe lievitare di molto, addirittura sino a 900 milioni di euro circa.
Accolta la tesi dei difensori della Fedit che hanno sostenuto l’inapplicabilità al caso di specie (la Cassazione non si è quindi pronunziata sulla eccezione di incostituzionalità, pur sollevata) di una norma, invocata invece dal Ministero, che nasceva a opera del Governo Monti per ridurre il credito in questione, l’art. 12, comma 6, decreto legge n. 16/2012: l’applicazione di tale norma, riferendosi appunto ai "crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali, svolte dai consorzi agrari per conto e nell'interesse dello Stato", avrebbe ridotto drasticamente l'ammontare degli interessi dal 1° gennaio 1996 ai soli interessi legali.
I colpi di scena potrebbero non finire qui: la Cassazione infatti non ha preso posizione sulla titolarità del credito tra gli organi della procedura concorsuale in cui versa la Fedit, che potrebbe a questo punto essere rivendicata anche dal commissario giudiziale (cons. Andrea Baldanza) e dunque sottratta al liquidatore giudiziale dei beni con cessione ai creditori, Luigi Farenga.
La realizzazione del credito, che dovrebbe avvenire in ogni caso a breve, è comunque auspicata da tutti i Consorzi agrari per dare ossigeno al processo di rinascita e rilancio della rete, avviato circa sette anni fa sotto la direzione della Coldiretti, e volto a riattribuire alla Fedit un ruolo di prima grandezza nel comparto agroalimentare italiano.
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