Compliance

Se la compliance antitrust diventa premiale

A TopLegal parla Jacques Moscianese, Head of Antitrust Affairs & Strategic Support di Intesa Sanpaolo

30-07-2015

Se la compliance antitrust diventa premiale

In materia di compliance, tra i temi che più hanno ricevuto attenzione negli ultimi mesi, c’è la compliance antitrust. Un'area che lo scorso autunno ha beneficiato delle nuove linee guida in materia di sanzioni, volte a definire una metodologia di calcolo specifica nell'ambito del contrasto delle violazioni delle norme a tutela della concorrenza. Tra gli aspetti principali del nuovo regime sanzionatorio segnaliamo: l’introduzione di una percentuale minima (pari al 15% del valore delle vendite), per i cartelli di fissazione dei prezzi, di ripartizione dei mercati e di limitazione della produzione, la possibilità di incrementare la sanzione fino al 50% qualora l’impresa responsabile realizzi un fatturato totale a livello mondiale particolarmente elevato rispetto al valore delle vendite dei beni o servizi oggetto dell'infrazione oppure appartenga a un gruppo di significative dimensioni economiche e la possibilità di incrementare ulteriormente la sanzione in considerazione degli utili illeciti realizzati dall'impresa responsabile dell’infrazione. Tuttavia la novità forse più rilevante riguarda le possibili circostanze attenuanti, dell'adozione ed effettiva applicazione di uno specifico programma di compliance e l’introduzione del cosiddetto amnesty plus, cioè la possibilità di un'ulteriore riduzione della sanzione qualora l’impresa fornisca informazioni ritenute decisive per l'accertamento di una infrazione diversa da quella oggetto dell'accertamento e ricadente nell'ambito di applicazione del programma di clemenza. 

Jacques Moscianese, Head of Antitrust Affairs & Strategic Support di Intesa Sanpaolo, è stato tra i principali sostenitori del nuovo regime, e in particolare del valore di circostanza attenuante del programma di compliance. «C'è stata una forte attività da parte delle aziende per ottenere questo riconoscimento, che oggi c’è anche in Francia e Inghilterra, ma non c'è a livello comunitario dove c'è ancora molto da fare» spiega Moscianese a TopLegal. «Oltre Intesa Sanpaolo ci sono le associazioni, come la Camera di Commercio Internazionale, la In House Competition Lawyers’ Association, ma anche tutta l'industria, indipendentemente dal mercato di riferimento». 

Una delle sfide ancora da vincere riguarda la definizione dettagliata delle caratteristiche del programma di compliance per essere riconosciuto come circostanza attenuante. E l'autorità, con le linee guida emanate, è chiara in proposito, affermando che «la mera esistenza di un programma di compliance non sarà considerata di per sé una circostanza attenuante, in assenza della dimostrazione di un effettivo e concreto impegno al rispetto di quanto previsto nello stesso programma (attraverso, per esempio, un pieno coinvolgimento del management, l'identificazione del personale responsabile del programma, l'identificazione e valutazione dei rischi sulla base del settore di attività e del contesto operativo, l’organizzazione di attività di training adeguate alle dimensioni economiche dell’impresa, la previsione di incentivi per il rispetto del programma nonché di disincentivi per il mancato rispetto dello stesso, l'implementazione di sistemi di monitoraggio e auditing)».

Se comunque il programma viene riconosciuto come circostanza attenuante, ecco arrivare la premialità. Che si concretizza in una riduzione della sanzione del 10 per cento. Secondo Moscianese è ancora «un po' poco dal punto di vista delle aziende, ideale sarebbe il sistema della 231, cioè addirittura l'esonero dalla responsabilità, ma già così è una buona cosa. Interessante è il confronto con altre normative e in particolare quella comunitaria in materia di privacy dove in base al livello di effettività del programma di compliance si rientra in un range sanzionatorio migliorativo. In ogni caso abbiamo un presidente Antitrust di livello quale è Giovanni Pitruzzella, che ha capito la sfida in corso. D’altra parte avere un mercato concorrenziale è l'obiettivo dell’authority, e la compliance aiuta a far funzionare meglio il mercato»

 


TOPLEGAL DIGITAL

Scopri TopLegal Digital, nuova panoramica sull’attualità del mondo legal, finance e aziendale

 

Sfoglia la tua rivista gratuitamente


TopLegal Digital
ENTRA