Lo studio legale Sutti con Stefano Sutti (in foto), Roberto Spelta e Mariacristina Bulgari affianca alcuni cittadini di Segrate nella richiesta al Tar sulla vicenda che riguarda l'espropriazione di migliaia di mq di terreni nel Comune milanese, destinati, sulla carta, ad ospitare una Dogana, ma recentemente oggetto di un preliminare di compravendita con la IBP Srl, società facente capo al noto immobiliarista Antonio Percassi.
La reazione a tale “operazione speculativa”, che prevede la realizzazione di un Centro Commerciale (Idroscalo Center) e di spazi di intrattenimento all’interno del Comune di Segrate, finanziata anche tramite la recente costituzione di una joint-venture con il Gruppo australiano Westfield, costringerà la Pubblica Amministrazione a far fronte ad una richiesta di risarcimento di 75 milioni di euro e a spiegare ai giudici amministrativi perchè un intervento ablatorio realizzato per la pretesa esigenza pubblica di opere di fatto mai realizzate si sia trasformato, tout court, in una speculazione immobiliare sui terreni di Segrate oggetto di esproprio.
Terminati i lavori (un affare di circa 1,25 miliardi di euro, secondo le stime), Idroscalo Center, un complesso commerciale da 160 mila metri quadri che dovrebbe,
infatti, sorgere intorno all'Idroscalo e a ridosso dell’aeroporto di
Linate, sarebbe uno dei centri commerciali più grandi d'Europa.
Lo scorso mese di settembre, inoltre, la Procura di Monza ha disposto accertamenti sul progetto Idroscalo Center. Si tratterebbe di un capitolo della saga sul "Sistema Sesto" che ha investito Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni e in seguito presidente della Provincia di Milano.
I pubblici ministeri Walter Mapelli e Franca Macchia stanno conducendo accertamenti sulla costruzione dell'Idroscalo Center a Segrate, all'interno del filone di indagine che vede indagato l'ingegnere Michele Molina, amministratore delegato della società Api che ha progettato il centro e che avrebbe avuto rapporti poco chiari con l'architetto Renato Sarno. Secondo la procura, Sarno sarebbe indagato perché avrebbe curato per diversi anni gli interessi di Filippo Penati.
L'ingegner Molina, tuttavia, è stato legato al Gruppo Percassi da un rapporto di consulenza, e non è un dipendente del gruppo edile di Bergamo.
Anzi i legali di Percassi in una nota diffusa alla stampa hanno sottolineato che: "Il Gruppo Percassi non conosce l’archtetto Renato Sarno, con cui non ha mai intrattenuto rapporti di qualsiasi genere; conseguentemente ed ovviamente, è anche falso che al medesimo siano stati dati incarichi di qualsiasi natura o che gli sia stato comunque corrisposto denaro a qualsiasi titolo".
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