In data 14 ottobre 2015, la III Sezione Penale della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato da Giulia Bongiorno (in foto) per Verbatim, ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Napoli, che aveva confermato il sequestro preventivo per equivalente disposto dal Gip sui beni della società per 96 milioni di euro.
A seguito dell’annullamento con rinvio, dovrà celebrarsi un nuovo esame innanzi al Tribunale di Napoli. La difesa aveva fatto ricorso segnalando molteplici vizi dell’ordinanza gravata, sia con riguardo alla carenza dei presupposti per disporre la misura reale (in relazione a una supposta associazione transnazionale finalizzata alla commissione di reati fiscali e di una truffa in danno della Siae), che agli errori nella quantificazione dell’importo da sequestrare.
Secondo la difesa la Verbatim dovrebbe essere considerata semmai parte lesa (e non già responsabile ai sensi della “231”) in una vicenda in cui sono emerse plurime condotte infedeli poste in essere da parte di alcuni ex dipendenti.
Penale societario