SI FARÀ A GARA PER AVERE UN REATTORE

03-03-2011

SI FARÀ A GARA PER AVERE UN REATTORE

Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Eon, Edf, Edison, Enel, Gdf Suez, Sogin, Techint, Tecnimont, Terna. L’elenco delle società promotrici del Forum Nucleare, basta a far intendere che l’organismo è a favore del ritorno all’energia atomica nel nostro Paese. Assistito nella sua costituzione da Nctm, che con Pietro Maria Tantalo, si è occupato di dare la forma giuridica più adatta, il Forum ha nominato al suo vertice Chicco Testa (nella foto), un ambientalista, ex dirigente dell'Enel, che «da sinistra vuol far cambiare idea agli italiani» e ribaltare il risultato del referendum che nel 1987, con il suo stesso contributo, aveva bandito l'energia atomica dall’Italia. Perché, a suo parere, conviene.
Dottor Testa, con quali fini nasce il Forum?

«Il Forum Nucleare Italiano nasce con l’obiettivo di dare spazio a un dibattito aperto sul tema dell'energia nucleare nel nostro Paese. Alla base di questa iniziativa c’è la convinzione che se si riflette in modo razionale e pacato è possibile spiegare le ragioni per cui l'energia nucleare rappresenta una opportunità per l’Italia».

Da qui l'idea di una pubblicità che ha fatto molto discutere. A partire dal senatore ed ex direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, che ha definito questa campagna pubblicitaria “un'operazione subdola, perché rappresenta come volitiva e aperta al futuro la tesi favorevole al nucleare e come paurosa e attaccata al passato la tesi contraria”...
«L’obiettivo della campagna del Forum era far riflettere e chiedere agli italiani: "Tu da che parte stai?". La maggior parte delle contestazioni che ci sono piovute addosso riguardavano solo aspetti esteriori allo spot come il tono della voce, l'utilizzo del bianco per i favorevoli al nucleare e del nero per i contrari. Ci hanno addirittura rimproverato il fatto che nella scacchiera muoviamo il cavallo; sinceramente pensavo che ai fini del gioco avesse più importanza la regina. In ogni caso la campagna ideata dall'agenzia Saatchi&Saatchi (costata intorno oltre 6 milioni di euro ndr), nell'insieme è riuscita nell'obiettivo di riaprire un dibattito chiuso con il referendum del 1987. Penso che ci siamo riusciti».
(La versione integrale dell’articolo è sul numero di Marzo 2011 di TopLegal).


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