di Valentina Magri
Occorrono una cultura e consapevolezza diffuse riguardo alla centralità della compliance in azienda. In tal senso, sono centrali il ruolo del Consiglio di amministrazione, la presenza nella società di portafoglio di un impianto di corporate governance robusto e risorse adeguate ai fini della mappatura e del monitoraggio dei rischi potenziali. «Inoltre, è indispensabile creare un canale, più o meno formale, di dialogo tra gestore e società di portafoglio, per comunicare chiaramente le principali priorità di compliance e intercettare tempestivamente eventuali profili di rischio», afferma Silvio Cavallo, general counsel e chief compliance officer di Pillarstone, piattaforma fondata dal management team in partnership con Kkr per fornire capitale e competenze professionali alle imprese per invertire i trend recessivi e stimolarne la crescita. Il tema della compliance sarà approfondito lunedì 24 giugno 2024 a Milano al GC Summit, l’evento dedicato ai general counsel di TopLegal, patrocinato da Aigi (Associazione italiana dei giuristi d’impresa). Tra i relatori della conferenza anche Silvio Cavallo.
Il quadro macroeconomico e, più in generale, gli eventi geopolitici possono incidere in maniera significativa sulle questioni di compliance rilevanti per un gestore di investimenti alternativi, facendo talvolta emergere aree di rischio di non conformità. «I rischi di corruzione, in cima alla lista delle priorità di compliance per i gestori, sono amplificati in periodi di instabilità e recessione, come segnalato recentemente da Transparency International», evidenzia Cavallo. I mutamenti macroeconomici e geopolitici hanno un impatto anche sul quadro normativo in materia di investimenti diretti esteri, nonché sulla disciplina delle sanzioni internazionali. Non sono da dimenticare poi, la cybersecurity e le tematiche Esg e di sostenibilità, avverte il general counsel e chief compliance officer di Pillarstone.
La compliance, del resto, è parte integrante di un processo di investimento sano e prudente. «Non è solo un semplice esercizio di verifica, bensì una componente organica del processo di investimento del gestore, dal fundraising, alla selezione degli asset, all’investimento sino ad arrivare all’exit», evidenzia Cavallo. L’approccio della compliance si evolve a seconda delle fasi del processo d’investimento in Pillarstone. Tra i rischi di breve periodo, rientra quello di non conformità, il più significativo in termini di impatto. Questo implica che la compliance diventa parte del track record di un investitore e, in quanto tale, oggetto di misurazione e due diligence da parte dei potenziali investitori. «Avere un’infrastruttura e credenziali solide in materia di compliance è, dunque, una condicio sine qua non per ottenere accesso ai capitali dei grandi investitori istituzionali», sottolinea il general counsel e chief compliance officer di Pillarstone.
Per quanto la fase pre-investimento, il processo di compliance si articola in tre fasi: risk assessment; due diligence basata sul rischio; protezioni contrattuali. «L’obiettivo non è solo la mera analisi dei principali rischi di compliance cristallizzati, ma anche, con un approccio prospettico, la valutazione del divario rispetto allo standard di compliance del gestore, che diventa il fulcro dell’attività di compliance una volta realizzato l’investimento», conclude il general counsel e chief compliance officer di Pillarstone.
Silvio Cavallo sarà relatore al GC Summit di TopLegal. Clicca qui per iscriverti gratis