Oggi è stata annunciata la cartolarizzazione da oltre due miliardi originati da società del gruppo Delta. Tra gli advisor dell'operazione torna il nome di Simmons & Simmons, che non era più attivo su questo mercato dal 2015. Dopo l'uscita negli anni scorsi di alcuni professionisti, la squadra di Simmons è stata riorganizzata con l'ingresso lo scorso maggio dell'of counsel Simone Lucatello, messo a capo della practice. E oggi lo studio - come sottolinea l'head of financial markets di Simmons & Simmons, Romeo Battigaglia (in foto), nel corso di un'intervista a TopLegal - è pronto a rafforzarsi e consolidarsi «in un mercato che continua a essere al centro dei nostri piani di crescita non solo in Italia ma anche nelle principali piazze finanziarie internazionali dove lo studio opera». Con Battigaglia abbiamo anche parlato delle sfide che aspettano il mercato delle cartolarizzazioni nel 2019, quando entrerà in vigore il Regolamento comunitario 2017/2402 con il quale la Commissione Europea intende rilanciare il mercato europeo delle cartolarizzazioni e che sembra già aver condizionato il legislatore nazionale. Un mercato in fermento, quindi, che potrebbe indurre gli studi ad attrezzare la loro offerta.
Lo studio non era attivo sul mercato delle cartolarizzazioni dal 2015. Questa operazione segna, invece, un ritorno importante. Come è stata riorganizzata la squadra?
Questa operazione in effetti segna per noi l'inizio di una nuova stagione nell’area delle cartolarizzazioni e finanza strutturata guidata da Simone Lucatello, nostro of counsel da maggio di quest’anno. Un mercato da sempre presidiato da Simmons & Simmons, e che continua a essere al centro dei nostri piani di crescita non solo in Italia ma anche nelle principali piazze finanziarie internazionali dove lo studio opera. Il team di Simone include anche l’associate Nicolò Piccaluga nonché ulteriori risorse della practice financial markets. La squadra è stata riorganizzata con il lateral hire di Simone proprio in quanto ben noto sul mercato quale professionista dedicato alla finanza straordinaria, con particolare riguardo alla strutturazione di operazioni di smobilizzo crediti.
Perché lo studio ha deciso di investire su questa specializzazione? Le cartolarizzazioni continuano a costituire un mercato remunerativo per gli studi legali o anch’esse sono soggette al rischio commodity?
Questi ingressi nell’area delle cartolarizzazioni e finanza strutturata sono per noi molto importanti e completano l’offerta nella practice financial markets che rappresenta un centro di eccellenza dello studio a livello globale. Per quanto riguarda la nostra strategia nelle cartolarizzazioni e finanza strutturata, si tratta di aree fortemente complementari a quelle già coperte, dove questo team lavora a stretto contatto con i gruppi di banking & finance, regolamentare, debt capital markets, ristrutturazioni del debito/procedure fallimentari e tax. Difficilmente queste operazioni di finanza potranno essere percepite come commodity proprio perché spesso con strutture e orchestrazione complesse.
La squadra può dirsi al completo o prevedete nuovi ingressi nella practice financial markets e, in particolare, a supporto del team cartolarizzazioni?
Il rafforzamento e consolidamento del financial markets in Italia è un tassello importante che completa la nostra offerta ed è in linea con la strategia di focalizzarci su quelle aree che rappresentano i nostri centri di eccellenza e dove il mercato ci riconosce unanimemente come leader da molti anni. Riteniamo al momento di avere completato la squadra, ma restiamo aperti ad ogni opportunità di crescita che si dovesse presentare, e comunque sempre con un occhio rivolto anche alla crescita per linee interne, direi anzi ora prioritaria dopo qualche anno dedicato ad acquisire risorse dall’esterno.
Nel gennaio 2019 entrerà in vigore il Regolamento comunitario 2017/2402 attraverso il quale la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di rilanciare il mercato europeo delle cartolarizzazioni. Quali sono le novità più importanti che vale la pena sottolineare?
Si tratta di un intervento normativo importante nella regolamentazione del mercato delle cartolarizzazioni con l’intento di definire un rinnovato quadro normativo europeo relativo alle cartolarizzazioni anche riordinando e intervenendo in alcune materie proprie della regolamentazione come la necessità per l’investitore di effettuare attività di due diligence, nonché la necessità di mantenere un interesse economico netto nella cartolarizzazione, già oggetto di regolamentazione in ambito comunitario.
Anche in Manovra ci sono due emendamenti che dovrebbero favorire le cartolarizzazioni. Si parla, in particolare, di “finanziamento e trasferimento del rischio alle società” che gestiscono l’operazione. Quali, secondo Lei, i limiti o le potenzialità di un siffatto orientamento?
Si tratta di misure che in un certo senso incrociano le volontà delle autorità transnazionali che considerano le cartolarizzazioni come strumento di diversificazione del rischio. Per evitare rischi eccessivi si rimanda ad alcune caratteristiche per una cartolarizzazione di qualità che sia semplice, trasparente e standardizzata. Il fatto che siano i cedenti a dover comunicare agli investitori e alle autorità che la cartolarizzazione sia in linea con i principi di semplicità, trasparenza e standardizzazione è tuttavia a mio avviso un punto di debolezza anche perché il regolamento non prevede un processo di validazione e autenticazione da parte delle autorità.
Date le novità in tema di cartolarizzazioni targate 2019, è prevedibile una corsa al mercato da parte di insegne ancora non strutturate con questa practice, con una conseguente nuova campagna lateral?
È molto probabile che gli studi più attivi nel finance decidano di rafforzare i propri team di cartolarizzazioni e finanza strutturata o di mettere in piedi una squadra ex novo ove non coprano ancora questi ambiti, proprio per le buone sinergie con le altre aree di advice nel financial markets e per rispondere alla domanda proveniente dal mercato, ancora in crescita a mio avviso nei prossimi anni, soprattutto ora che si iniziano a fare operazioni anche sui c.d. crediti Utp (Unlikely To Pay), posizioni meno rischiose ma pur sempre causa di assorbimento patrimoniale e delle quali dunque le banche si vorranno disfare anche a mezzo operazioni di cartolarizzazione.
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