Dovrebbe terminare a metà ottobre l’ultima trasformazione di Snam. Anche se, dopo la serie di colpi di scena degli ultimi tre anni, Marco Reggiani, Direttore Affari Legali, Societari e Compliance, ne parla con scaramanzia. In autunno, è atteso il passaggio da Eni a Cdp del 29,9% (o, meglio, del "30 meno una azione") di Snam (il restante 20% circa dovrà, secondo le scelte governative, essere ceduto al mercato). Un momento storico per la società delle reti, che vede in questo modo definitivamente tagliato il cordone ombelicale con l’ex-capogruppo. A rendere anche più significativo il passo, appunto, è che si tratta della terza trasformazione strutturale dal 2009: allora, il primo step fu la cessione delle attività regolate di Eni a Snam (Stogit e Italgas); poi nel 2011 la decisione politica di una separazione funzionale molto rafforzata dal Cane a sei zampe; infine, a inizio 2012, «la sorpresa – racconta Reggiani – di una nuova strategia del Legislatore: la separazione societaria, attuata con la cessione a Cdp, resa poi definitiva con il Dpcm di maggio».
Un esercizio di adeguamento probabilmente senza precedenti che ha richiesto «un processo continuo di ridefinizione della governance e ridisegno di certificazioni e compliance». E che è tutt’altro che terminato. Le modifiche di assetto dovranno essere "certificate" nuovamente dall'Aeeg, imporranno presto la revisione degli organi di gestione di Snam (dovranno uscire i componenti Eni, anche se presumibilmente si rinnoverà il cda alla scadenza naturale) e di proseguire la strategia di sviluppo internazionale: è già stata siglata un'alleanza strategica con Fluxys, e l’indicazione istituzionale punta decisamente nel fare di Snam un hub del gas europeo (il che significa «amplificare l’attività oltre confine»).
Tutto questo, dal punto di vista legale, è stato affrontato sostanzialmente con la squadra interna («Salvo i pareri - svela il manager - dei professori Paolo Montalenti, Gianluigi Tosato e Luigi Arturo Bianchi»). Prima di entrare in Snam nel 2010, Reggiani era in Eni (dal 1998) dove dal giugno 2006 al dicembre 2009 ha curato i temi correlati all’etica e responsabilità d’impresa (tra l’altro, il contenzioso penale, il Codice Etico, le normative anti-bribery e il Modello 231 di Eni). «Costruire e consolidare una cultura manageriale di rispetto delle regole – spiega – è una cosa che ritengo basilare. Perciò, per esempio, a brevissimo uscirà un codice interno sul tema delle condotte antitrust nazionali e internazionali». Un altro fronte di upgrade culturale saranno i «protocolli di legalità istituiti dal governo: abbiamo aderito a diversi di questi progetti in alcune aree. L'ambizione è spostare il tiro a livello nazionale».
Insomma, una serie di sfide, in totale autonomia dal Cane a sei zampe, che probabilmente vanno assai oltre quanto era prevedibile. Per questo, Snam ha avviato una importante campagna di rafforzamento: «In due anni – sottolinea Reggiani – abbiamo assunto almeno otto giovani avvocati che erano pronti a diventare partner nei rispettivi studi e che comunque ne avevano la piena potenzialità. E non si tratta di realtà secondarie, bensì di alcune tra le più prestigiose insegne in Italia». Un paio di altri arrivi sono previsti entro fine anno. Attualmente, la Direzione affari legali, societari e compliance è composta da 52 persone.
Nel prossimo futuro, del resto, «siamo destinati a diventare un player di primo piano in Europa – conclude Reggiani – il che ci obbligherà alla massima attenzione su ogni fronte regolamentare e legale». Snam, insomma, sarà un referente di peso anche per gli studi d’affari. Lo indicano le cifre delle operazioni da inizio anno: 11 miliardi di debiti gestiti verso Eni (9 miliardi di linee di finanziamento oltre a due bond per complessivi due miliardi: coinvolti A&O e Orrick). Oltre al maxi passaggio del 29% da Eni a Cdp, in cui hanno figurato (con una notevole spinta nelle classifiche M&A), Nctm (per Snam), A&O (per Cdp e le banche, con un team in cui c’erano Stefano Sennhauser, Francesco Guelfi, Gian Luca Coggiola), d’Urso Gatti Bianchi (per Eni) e Gianni Origoni Grippo Cappelli (per Cdp, con un team che ha coinvolto Andrea Aiello, Gabriella Covino, Piero Fattori, Francesco Gianni e Antonio Lirosi).
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