Sarà anche un periodo di batoste in termini di immagine per i signori dei rating, ma Standard & Poor's mette a segno una serie di vittorie importanti davanti alle corti civili. L'agenzia americana, che in Italia è assistita da Clifford Chance, ha portato a casa lo scorso 22 maggio il risultato più eclatante in Corte di Cassazione, dove è approdata una causa aperta anche contro Moody's davanti al Tribunale civile di Bologna da parte di una Sim e di due cooperative. Questi soggetti avevano acquistato nel gennaio 2007 titoli strutturati, il cui valore era poi precipitato nel giro di pochi mesi. Chiedevano pertanto il risarcimento dei danni alle agenzie di rating. S&P costituendosi in giudizio (il team di difesa è composto da Fabio Guastadisegni, partner responsabile del dipartimento di contenzioso in Italia, dal professor Carlo Felice Giampaolino, partner, e da Lia Campione, senior associate) ha sollevato l'eccezione di carenza di giurisdizione della quale è stata poi investita la Corte di Cassazione.
Questa, con l'ordinanza 8076 delle Sezioni unite civili emessa in data 22 maggio 2012, si è pronunciata per la prima volta nei confronti di un'agenzia di rating dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice italiano conformandosi all'indirizzo della Corte di giustizia dell'Unione Europea. Secondo quest'ultima, la giurisdizione in materia di illeciti civili dolosi o colposi va individuata nel luogo in cui l'evento dannoso è avvenuto e non dove le conseguenze future di tale evento si sono o possono verificare.
S&P in Italia è poi coinvolta in altre cause legate al fallimento Lehman Brothers, di cui una promossa da 500 investitori che è attualmente pendente davanti al Tribunale di Milano. Anche in alcune di queste cause è stata eccepita la questione della carenza di giurisdizione del giudice italiano sulla quale a oggi non sono state assunte decisioni.
Negli ultimi mesi, intanto, due cause sono arrivate a conclusione con buone notizie per S&P. La prima sentenza, emessa dal Tribunale di Roma a gennaio, è ormai cosa giudicata, avendo rinunciato la controparte all'appello. La sentenza romana, muove da una richiesta di risarcimento danni legati al mancato declassamento del rating attribuito a titoli obbligazionari. Il tribunale ha respinto la domanda stabilendo che il rating è una mera opinione in merito alla solvibilità di un emittente e non una raccomandazione all'acquisto, alla detenzione o alla vendita di strumenti finanziari.
Più recente, e ancora assoggettabile a impugnazione, la sentenza di marzo del Tribunale di Catanzaro che pure ha rigettato la domanda nei confronti della agenzia di rating escludendo la responsabilità dell'agenzia non ravvisandone un comportamento doloso o colposo.
Notizia integrata (13 giugno 2012 ore 17.00)
Moody’s è stata assistita dall’avvocato Angelo Anglani, socio di Nctm Studio Legale Associato.
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