Italian desk

Squire Patton prende Beconcini e punta a crescere

In un’intervista a TopLegal lo studio fa il punto sull’Italian practice che, precisano, non costituisce premessa per una futura presenza in Italia

21-03-2016

Squire Patton prende  Beconcini e punta a crescere

L’Italian practice di Squire Patton Boggs continua a crescere. In un’intervista a TopLegal, lo studio rivela di puntare, “se non altro nelle geografie più cruciali (Nord America, Asia, Europa) ad assistere clientela italiana di assoluto profilo nella quasi totalità dei loro interessi e necessità”.

Da poco è stato aggiunto un tassello in più. L’Italian desk a febbraio ha inserito nel suo organico Paolo Beconcini (in foto), avvocato di nazionalità italiana ma basato in Cina da anni e con una pratica e clientela italiana di alto profilo con specializzazione in materia di intellectual property (filing, prosecution, ed infringement/contenzioso). Beconcini è cresciuto professionalmente come associato nelle sedi di Carrol Burdick McDonough International (Cbmi) in Germania ed Hong Kong. Negli ultimi sette anni ha lavorato a Shanghai con un altro studio tedesco per poi operare di nuovo in Cbmi dal gennaio 2012 come managing partner della filiale cinese dello studio locata a Pechino. 

A Paolo Beconcini (Pechino), Massimo Galli (Londra) e Matteo Daste (San Francisco) è stata affidata la direzione dell’Italian desk, composto da circa 30 avvocati, la maggior parte dei quali partners. Lo stesso managing partner dello studio, Steven Mahon, ha vissuto e lavorato in Italia e parla italiano. Ed è lui, di concerto con tutto il senior management, ad aver sposato la decisione di costituire l’Italian practice a seguito dell’entrata in studio, lo scorso anno, di Massimo Galli e altri professionisti, “con il raggiungimento di una massa critica tale da far sì che diventasse assolutamente logico che il gruppo si formasse e cominciasse a perseguire una strategia definita e condivisa”.  

L’Italian practice dello studio è “giovane”.  Matteo Daste è in studio da circa 4 anni, Massimo Galli da 18 mesi e Paolo Beconcini da appena 2 mesi. Esistono quindi sinergie e potenzialità che lo studio deve ancora sfruttare. Ed è in questa direzione che tenderanno gli sforzi dei prossimi mesi: “intendiamo massimizzare all’interno dello studio le sinergie e potenziale per cross-referral offerte dalla clientela italiana già esistente”, sottolineano.

Al momento, l’offerta si presenta connotata da specificità locali. L’ufficio di Londra è particolarmente attivo nel seguire operazioni di capital markets in Italia o nell’assistere società italiane che investono all’estero, in particolare nel Regno Unito, in Europa dell’Est ed Asia. Lo studio è stato scelto per esempio quale advisor per la quotazione di Rai Way. A San Francisco c’è un focus particolare su industria manifatturiera e tecnologia, con l’assistenza a fondi d’investimento italiani e aziende italiane che operano nella Silicon Valley. Da Pechino si gestiscono, invece, tutti gli aspetti legali relativi ad operazioni di investimento in Cina da parte di società Italiane e, naturalmente, la tutela della proprietà intellettuale nel settore manufatturiero e della moda.

“La strategia per il breve-medio termine è quella di sfruttare le sinergie offerte dalla nostra struttura e la distribuzione geografica dei nostri professionisti al fine di moltiplicare le dimensioni (in termini sia geografici che di practice areas) nella quali la nostra clientela italiana utilizza i nostri servizi  (ossia, per fare un esempio: allertare un determinato cliente che al momento utilizza i nostri servizi solo in certi paesi e/o per certe necessità che siamo in grado di assisterlo altrettanto validamente altrove e/o in altri contesti)”.   

Un’altra componente strategica dell’offerta dell’Italian practice è l’assistenza che fornisce a clienti stranieri che investono o hanno esigenze in Italia. In questo contesto i clienti sono principalmente fondi ed aziende, attivi in tree aree: (i) M&a e private equity; (ii) Distressed/turn-around  (investimenti in società in varie fasi di concordato o ristrutturazione del debito) e (iii) Real estate (principalmente commerciale: uffici; shopping malls; hotels). L’assistenza a questi clienti attualmente incide per circa il 25% nella totalità delle operazioni legate all’Italian group.  Ed è questo un altro filone sul quale Squire Patton punta. Con una precisazione: lo studio è saldo nella volontà di non volere una presenza in Italia.

“Ci stiamo ritagliando un profilo sempre più nitido come partner ideale per studi legali italiani indipendenti i clienti dei quali necessitano assistenza all’estero. Queste partnership funzionano perché tali studi possono serenamente condividere il cliente con noi nella consapevolezza e certezza che non sarà mai nostra ambizione competere con loro con riferimento ad assistenza di diritto italiano”.

TAGS

Squire Patton Boggs, Carrol Burdick McDonough International MassimoGalli, MatteoDaste, PaoloBeconcini, StevenMahon Rai Way


TOPLEGAL DIGITAL

Scopri TopLegal Digital, nuova panoramica sull’attualità del mondo legal, finance e aziendale

 

Sfoglia la tua rivista gratuitamente


TopLegal Digital
ENTRA