Pavesi Gitti Verzoni

STORIA NATURALE

28-12-2015

STORIA NATURALE

Simili agli organismi biologici, gli studi legali spesso risultano determinati dal corredo di possibilità di cui dispongono all'inizio del loro sviluppo, il quale condiziona in gran parte la capacità di dare risposte alle sfide che verranno. Quando mancano queste, nascita, sviluppo, tramonto e morte possono susseguirsi rapidamente anche nell'arco di un tempo molto limitato.

A Pavesi Gitti Verzoni (Pgv), scioltosi a luglio dopo una scissione consensuale, sono bastati 12 anni perché avvenisse la dissoluzione di un'insegna che negli scorsi anni era arrivata a  piazzarsi in cima al mercato per il suo operato di spicco nonché l'altissima marginalità degli affari.

La disaggregazione si concretizzava a maggio quando il cofondatore, Gregorio Gitti, si è unito a Daniele Raynaud anteponendo il suo nome all'insegna per creare Gitti Raynaud. A luglio si è scoperta la destinazione dell'altra metà dello studio, capeggiata da Carlo Pavesi, accolta in d'Urso Gatti e Bianchi. Anche in questo caso, il passaggio è stato contrassegnato con il marchio di fabbrica del socio per creare d'Urso Gatti Pavesi Bianchi (per d'Urso si tratta del quinto rebranding in poco più di 15 anni).

Invero, Pgv ha sempre destato perplessità negli osservatori. Facendo del riserbo una virtù cardinale, tanto da sacrificare persino il riconoscimento delle classifiche internazionali, e nonostante le sue dimensioni assai ridotte rispetto ai concorrenti strutturati, lo studio è riuscito a diventare sin dall'inizio del suo avviamento protagonista delle partite più strategiche che hanno ridisegnato il panorama industriale e finanziario dell'Italia nell'ultimo decennio. È stato ingaggiato da clienti stranieri del calibro di Merrill Lynch (assistita per l'acquisizione di Tim da 20 miliardi di euro nel 2005), poi dal fondo Carlyle (assistito nella vendita di Avio a fine 2006). In seguito, e dopo le insolvenze di Cirio e della Repubblica argentina, Pgv ha cavalcato la stagione d'oro delle fusioni bancarie durante il biennio 2006/2007.

Da quel momento in poi, tuttavia, sono iniziate a venire meno le premesse del successo. I proficui rapporti di collaborazione con Latham & Watkins si sono esauriti quando quest'ultimo aveva avviato la sua practice italiana nel 2007. Poi sono arrivate altre due possibilità di riposizionamento, negli anni successivi: una colta (la joint venture con la boutique fiscale di Giulio Tremonti); l'altra solo studiata (l'alleanza con Riolo Calderaro Crisostomo). Nel frattempo, il mercato si era evoluto e in casa Pgv si è dovuto fare i conti con i mutamenti del mercato e soprattutto la trasformazione di un cliente chiave alla cui costituzione lo studio stesso aveva presidiato come consulente: Intesa Sanpaolo

Pgv ha fatto parte del cerchio elitario di insegne che hanno aiutato a dare vita al colosso bancario nel 2006, successivamente seguito da Pgv anche per la privatizzazione di Alitalia. Diversi mandati di alto profilo hanno poi sottolineato l'importanza della costellazione Intesa per lo studio, accentuatasi per via del rapporto fra Gitti e il suocero Giovanni Bazoli, al vertice non solo di Intesa Sanpaolo ma anche dell'Associazione banca lombarda e piemontese e della finanziaria Mittel, tutti seguiti in prima persona da Gitti per operazioni straordinarie rilevanti.

Ma mentre Pgv continuava a muoversi con logiche in via di superamento o forse già estenuate  ̶  comunicazione di basso profilo (un sito internet arriverà solo tardi nella vita dello studio), la proliferazione di incarichi nei Cda e nelle sedi istituzionali più importanti del Paese, il puntare sulle relazioni di alto livello dei singoli soci  ̶  il mercato ridimensionato prendeva un'altra strada. E mentre Intesa si costruiva un profilo sempre più internazionale e diversificava la sua rosa di studi legali, Pgv si consolidava come boutique domestica pensata per altri tempi in un mercato diventato ormai scomodo. 

Nella prospettiva di un processo che ha segnato la chiusura di un ciclo, sembra ora emblematica la scelta di Mittel per la consulenza relativa agli accordi della mega fusione cross-border ad inizio anno tra Sorin e Cyberonics. In precedenza assistito da Gitti nel patto per Sorin nel 2009 nonché per la propria riorganizzazione nel 2011, Mittel ha cercato una nuova sponda con Gattai Minoli Agostinelli. Un ciclo che si chiude, un altro che si apre.


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