Benchmarking (2)

STUDI LEGALI AL CONFRONTO SUL VALORE AGGIUNTO

Studi legali al confronto sul valore aggiunto La comparazione delle spese svelerebbe non solo le eccezioni tariffarie per difetto, ma anche quelle per eccesso

15-01-2015

STUDI LEGALI AL CONFRONTO SUL VALORE AGGIUNTO

Lato offerta un benchmarking sui prezzi dei ser­vizi legali è senz’altro un’arma a doppio taglio. La nota dolente è chiara: per gli advisor diven­terebbe assai difficile nascon­dersi dietro la massima per cui “la qualità costa”. Uno dei primi fattori che incide sulla tariffazione riguarda la repu­tazione non tanto degli stu­di o dei dipartimenti, quanto dei singoli. Per l’impostazione personalistica (e talvolta clien­telare del mercato), infatti, l’u­nità di misura predominante è il singolo socio che spesso, si immagina, possa fare la dif­ferenza. Là dove più alta è la reputazione, maggiore è la ta­riffa richiesta. Ebbene, mettere a nudo i benchmark tariffari potrebbe mostrare, invece, che si possono ridurre i costi senza sacrificare la qualità. Facendo diminuire, quindi, il potere ne­goziale basato sull’equazione reputazione- qualità- costo.

Se è vero questo, è altrettan­to vero che uno dei vantaggi principali per gli studi sareb­be quello di vedere svelati con maggiore chiarezza i settori soggetti a dumping. E quegli ambiti, invece, in cui è possi­bile competere non soltanto sulla logica del prezzo. La maggior parte dei dipar­timenti legali in passato ha sottovalutato il problema di pagare tariffe orarie stellari per la consulenza esterna. Con il senno del poi, quindi, si è ca­pito che gli studi applicavano parcelle spesso spropositate rispetto al servizio offerto. Successivamente, la maggiore consapevolezza imposta dal­la crisi economica ha portato a una necessaria riduzione della spesa legale. I direttori affari legali, stretti nel bud­get – diventato un obiettivo insindacabile – sono passati a farla da padrone e da ago della bilancia, promuovendo più o meno direttamente un gioco al ribasso, fino al punto che al­cuni servizi, ormai considerati commodity, sono svenduti a prezzo di saldo.

È quella che alcuni hanno definito la “cinesizzazione” del lavoro professionale; un gioco al massacro in cui si è abbassata la redditività de­gli studi. Persino gli studi più blasonati e le medie e grandi law firm, in alcune occasioni o abitualmente, hanno risposto a beauty contest spiazzando i concorrenti e proponendo i servizi del proprio studio a prezzi stracciati. Per farsi co­noscere e diventare indispen­sabili, per ottenere un man­dato prestigioso, o solo per resistere alla crisi di mercato.

Il benchmarking permette­rebbe, individuando dei para­metri di spesa medi, di poter parlare di sottocosto e di con­correnza sleale. Infatti, come ha messo in luce un avvocato non molto tempo fa, «parlare di dumping avrebbe una logica se ci fosse un benchmarking chiaro». Di contro, in assen­za di un benchmarking, non è possibile associare la parola dumping ai servizi legali.

Ma il benchmarking non svelerebbe soltanto le ecce­zioni tariffarie per difetto, ma anche quelle per eccesso. Con studi, o molto più spesso sin­goli professionisti, che forti di rendite di posizione dure a morire vengono ingaggiati solo per il loro nome, senza alcuna preventiva (né successiva) ana­lisi del rapporto prezzo-quali­tà-valore. Un fenomeno che ha portato alla nascita di un’inte­ra generazione di super- soci, dotati di un enorme potere negoziale interno allo studio ed esterno. Un potere a volte avallato da taluni clienti, in un rapporto di convenienza reci­proca tra clienti e consulenti.

Come si scontreranno que­ste logiche di potere nell’ambi­to di un sistema più trasparen­te in cui a risultare premiante è soprattutto il valore del ser­vizio? Sicuramente non sarà più possibile ignorare che dei benchmark esistono. Anche se è difficile pensare a un cam­bio di rotta radicale nel breve termine. Più probabilmente, la trasparenza si potrà inse­rire nel sistema esistente, ma senza scardinarlo del tutto. In un mercato ibrido, dove pras­si più evolute continueranno giocoforza a convivere con quelle più vetuste.


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