di Daniel Muzio*
Nella prima parte della pandemia di Covid-19 gli studi legali hanno dimostrato una particolare resilienza e agilità nel gestire il cambiamento e trasferire le proprie attività online. Non sono mancate difficoltà tecniche e preoccupazioni finanziarie nel breve termine. Al contrario di altri settori, il sistema delle professioni è riuscito a adattarsi a un mondo virtuale con relativa facilità.
Molti professionisti hanno sicuramente apprezzato la sicurezza, convenienza e relativa comodità, o almeno la novità, del remote working. Purtroppo, il Covid-19 anziché una crisi temporanea, si è rivelato come un evento epocale, le cui conseguenze rendono un semplice ritorno alla normalità molto improbabile. In questo contesto, è necessaria una riflessione su alcune sfide cui il management dei grandi studi legali italiani dovrebbe prestare particolare attenzione.
Come discusso nel mio libro sulla gestione degli studi professionali (The Oxford Handbook of Professional Service Firms, 2015), gli studi legali si basano su un modello concettuale ben distinto da quello in uso in altre realtà produttive.
La caratteristica primaria si riferisce alle core activity degli studi professionali: l’applicazione di competenze specializzate e avanzate per risolvere problemi tecnici e commerciali altamente specifici per conto dei propri clienti. Per ottimizzare la propria attività primaria gli studi professionali tendono ad adottare tre caratteristiche distintive: la partnership come struttura societaria; le conoscenze specialistiche come risorsa chiave dell’organizzazione; infine, una forte identificazione con il proprio ruolo nello studio e i propri valori professionali.
L’impatto sulla governance
Negli studi legali la governance poggia sulla collegialità e sulla fusione di gestione e proprietà. In altre parole, gli stessi individui gestiscono collettivamente le attività di cui sono proprietari. Il controllo in questo contesto si basa su dinamiche informali come il peer control, dove il senso di responsabilità.
La pandemia minaccia la collegialità e il senso di partnership degli studi professionali in quanto, al di là delle difficoltà tecniche di trasferire strutture di governance online, le crisi tendono a concentrare poteri decisionali nelle mani di un ristretto gruppo di individui. Questa deriva autoritaria può senz’altro diluire il senso di partnership. I sistemi di controllo informali sono anche largamente sospesi, quando si lavora da casa con poco contatto diretto con i propri colleghi. In questo contesto è difficile avere, per esempio, il feedback informale che deriva dal linguaggio del corpo dei propri colleghi. Certo è possibile formalizzare e trasferire online alcuni aspetti del sistema di governance mentre le nuove tecnologie (prosegue...)
* Professore di management presso The York Management School
L'articolo completo è stato pubblicato su TopLegal Review, ottobre/novembre 2021, disponibile su E-edicola.