Martedì scorso ha visto i natali RdR, la realtà fondata da Raffaele Giovanni Rizzi e Daniela della Rosa, rispettivamente ex general counsel di Mps e Gucci. Questo nuovo attore che si appresta ad affacciarsi sul mercato dei servizi legali fornisce diversi spunti d’interesse per capire come il business - perché è questo il mondo da cui provengono i suoi fondatori - ritiene che debba essere strutturata l’offerta di consulenza esterna.
La direzione tracciata sembrerebbe andare verso la creazione di una struttura sempre più vicina al cliente, che ne rispecchi il modello, l’organizzazione e l’industry di appartenenza. È così che Rizzi e Della Rosa hanno deciso di costituire una struttura verticale, in cui vengono venduti solo prodotti di cui conoscono a perfezione gli ingranaggi: il finance e il luxury. Si avverte, quindi, chiaramente l’ambizione di un modello organizzato su punte d’eccellenza, che consente la visibilità del tanto agognato valore aggiunto, negandone la forfettizzazione. Al contempo, però, si esce dal loop dello spauracchio commodity, che viene condivisa con i clienti attraverso un’assistenza continuativa a prezzi di sconto su tutta la parte standardizzata del servizio. Si ragiona così in termini aziendali, riproponendo - attraverso una profonda conoscenza del business e di ciò che viene offerto - lo stesso modello dei clienti, abituati a muoversi contemporaneamente in maniera orizzontale - sulla parte a basso valore aggiunto - per risalire verticalmente, nella fascia di servizio altamente qualificata.
La nuova struttura fornisce il destro anche per intercettare un’altra direzione che in futuro potrebbe essere percorsa dagli studi: diventare speculari rispetto al cliente anche nel modello costitutivo, adottando la formula della società professionale, che consente di aprire il business anche a soci non professionisti, ma di puro capitale. Uno strumento più in linea con gli standard internazionali che, da una parte, consentirebbe una maggiore identificabilità dal mondo del business. Dall’altra, faciliterebbe possibili accordi di joint venture con strutture internazionali, che già da tempo sono organizzate come aziende. Infine, la struttura, operando in partnership con l'insegna penale dell'ex Guardasigilli Paola Severino, sembra muoversi coerentemente con l’idea di implementare nuovi modelli di collaborazione tra penalisti e civilisti che, a fatica, inizia a farsi strada anche in Italia.
Strutturazione per industry, modelli gestionali di tipo aziendale e partnership fluide in settori chiavi potrebbero essere tre linee di sviluppo per la consulenza del futuro. Tre linee di rottura rispetto a una visione atavica della professione. Il futuro, stando alle istanze dei clienti, esige cambiamento. Gli studi dovrebbero iniziare a proporsi come una finestra sul mondo delle aziende e dell’economia modellata sulle stesse regole che muovono gli ingranaggi di aziende ed economia. In altre parole, studi-azienda che affondino le radici nelle ben terrene logiche del business.
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