A poco più di un’ora di treno da Milano, cuore del mercato legale italiano, si svolgerà il primo corso di perfezionamento per laureati in giurisprudenza intenzionati a capire come funzionano i grandi studi legali associati. Come si stanno trasformando? Quali competenze stanno guadagnando nuovi spazi? Come si lavora in studio facendo i conti con un timesheet? In quale dipartimento bisogna puntare a entrare? Come si affronta una pratica complessa in team? Sono alcune delle domande a cui risponderà il corso “Diventare avvocato in studio legale associato” (clicca qui per maggiori informazioni) lanciato dall’Università di Verona e TopLegal, che debutterà nell’anno accademico 2018-2019. Primo del suo genere in Italia, il corso si propone come «una sorta di acceleratore di competenze per chi vuole entrare efficacemente e rapidamente nelle dinamiche tipiche degli studi legali associati», spiega il suo promotore e coordinatore Tommaso dalla Massara, delegato del rettore all’Orientamento e alle strategie occupazionali dell’Università di Verona, ma anche avvocato of counsel di Nctm.
Un’iniziativa prima nel suo genere, che prende le mosse da una realtà territoriale in cui i grandi studi legali associati non sono ancora così diffusi. Ci racconta come siete arrivati a progettare e lanciare questo nuovo corso di specializzazione?
Il nostro corso di perfezionamento per laureati (in sostanza, un master breve), che debutta quest’anno, è il primo del suo genere in Italia e mira a colmare un gap oggi avvertito tanto dai laureati in giurisprudenza quanto dai grandi Studi legali associati. I nostri laureati non hanno le competenze necessarie per entrare efficacemente e rapidamente nelle dinamiche tipiche di questo tipo di strutture; eppure si tratta di strutture che – i dati sono lì a confermarlo specie dopo gli anni della crisi – sono in crescita e mostrano capacità di assorbimento di nuove risorse umane. Il corso è collocato a Verona, ma non si tratta affatto di un’iniziativa “territoriale”: siamo bene collocati a Verona perché è il centro del “nuovo triangolo industriale” (tra Milano, Bologna e Venezia). Siamo comunque a poco più di un’ora di treno da Milano, cuore della legal community italiana. Quindi ci rivolgiamo indifferentemente a chi fa base a Milano, a Padova, a Bologna e – perché no – un po’ in tutta Italia. Inoltre Verona è molto ben collegata e venire a Verona per qualche sabato non è certo sgradevole: ci inventeremo anche qualche “extra time” pomeridiano. Come siamo arrivati a progettare il corso? Studiando dall’interno e con grande attenzione le esigenze delle Law firms. Anche il confronto con gli amici di Top Legal è stato importante, perché crediamo che un osservatorio così attento sul mutamento della professione forense in Italia possa dare un contributo concreto ai contenuti del corso stesso in termini di vision generale sugli sviluppi dei prossimi anni: come si stanno trasformando gli Studi? Quali competenze stanno guadagnando nuovi spazi?
Per chi è pensato il corso?
Ci rivolgiamo sia ai neolaureati che intendono fin da subito puntare a un certo modo di intendere la professione di avvocato, sia a coloro che, magari avendo già da qualche anno in tasca il titolo di avvocato, pensano di affinare o in parte di convertire le loro skills mettendole a frutto all’interno di una grande struttura. In questo senso, vorremmo essere una sorta di acceleratore di competenze per chi vuol capire davvero come funzionano i grandi Studi. Tante sono le leggende legate a un certo mondo legal: noi vogliamo raccontare la verità, fornendo una sorta di mappa minima per orientarsi e per trovare la propria strada. Diciamo inoltre come proporsi (di regola questi Studi hanno una struttura interna di HR), con quale “biglietto da visita” e con quali aspirazioni avviarsi su questa strada; ne mostriamo poi l’organizzazione interna (di solito per Dipartimenti, comunque per aree di competenza) e raccontiamo come sono stati affrontati alcuni casi di particolare interesse.
In merito ai contenuti del corso, quali sono i punti chiave ritenuti indispensabili da trattare per far comprendere la realtà di uno studio legale d’affari?
Il corso è strutturato in modo che siano affrontati sia aspetti organizzativi (per esempio, come si lavora in Studio facendo i conti con un timesheet? In quale Dipartimento puntare a entrare? Come si affronta una pratica complessa in team?) sia aspetti “di contenuto giuridico”, però soltanto nel senso che saranno raccontati case histories da cui emerga come un certo gruppo di lavoro, in un certo ambito di competenze, si sia mosso in maniera efficace. Abbiamo quindi scelto alcuni focus che ci paiono particolarmente significativi: il contenzioso, che rimane sempre un segmento imprescindibile per uno Studio d’affari; l’ambito M&A; l’internazionalizzazione, le nuove specializzazioni e la sfida dell’innovazione, i mercati emergenti e il marketing. Tengo a precisare che i nostri docenti sono tutti collegati a grandi Studi e ne conoscono ogni ingranaggio, dunque sono rappresentativi del massimo livello della legal community in Italia; tutti i relatori gravitano su Milano, tranne uno, che lavora in prevalenza a Padova. I CV parlano per loro: abbiamo messo insieme una squadra formidabile di avvocati con esperienza e capacità comunicativa.
Spesso le Università italiane e, in particolare, proprio Facoltà come Giurisprudenza, sono tacciate di essere troppo teoriche e poco pratiche, nonché di essere distanti dal mondo del lavoro. Il corso quale ricetta propone per sfatare quest’idea?
Nel nostro caso porteremo in aula testimoni della professione a parlare di ciò che fanno quotidianamente: nulla è “in teoria”, ma tutto è raccontato avendo sott’occhio “come funzionano davvero le cose”. Faccio qualche esempio: se parliamo di come entrare in un grande Studio, lo facciamo simulando una prova d’accesso, dando tutte le informazioni sulle modalità di reclutamento e sui form per accedere alle selezioni; inoltre, spieghiamo come si compila un CV e come si gestisce un colloquio. Se invece parliamo della progressione di carriera in uno Studio associato, allora andiamo a fare una panoramica sulla strutturazione interna degli Studi e su quali sono i più classici meccanismi di ripartizione degli utili. Inoltre, per esemplificare: cosa sono obiettivi e budget? Tutto ciò serve per “simulare” la realtà di uno Studio d’affari, evitando di raccontare qualcosa di già ascoltato.
Perché iscriversi al corso di perfezionamento è un buon investimento per il proprio futuro?
Perché è in questo momento l’unico canale post lauream esistente in Italia attraverso il quale un giovane (come dicevo prima, neolaureato oppure già avvocato) possa entrare in contatto con i grandi Studi legali: un contatto diretto e informale ma, al contempo, una guida approfondita. Si esamina quali skills sono richieste, quali competenze si “vendono” meglio, a quali sedi si può puntare, in Italia o all’estero. Inoltre, è l’unica occasione in cui è possibile osservare “orizzontalmente” diverse realtà di Studi big, quasi “assaggiando” le differenti caratteristiche di ciascuno, attraverso i racconti e le esperienze dei relatori.
La sua view sugli studi legali associati: quali sfide per accompagnare la formazione delle giovani risorse?
Occorre premettere che credo nel futuro degli Studi associati. Altrimenti non avrei neppure immaginato di proporre questo corso: e credo quindi nella possibilità dei giovani di entrare in queste realtà e di costruirsi una carriera più che soddisfacente al loro interno. Si tratta di una grande opportunità perché chi ha talento, capacità di lavoro, senso di organizzazione e riesce a individuare la propria strada, è destinato ad assumere ruoli chiave in queste strutture. Si tratta anche di una scommessa generazionale. Chi ritiene che non vi siano spazi, forse non ha mai provato a prenderseli: e questo corso intende anche essere uno sprone.
Un suo messaggio e, perché no, qualche buon consiglio per i neo-laureati in Giurisprudenza interessati a entrare a far parte di uno studio legale associato?
Anzitutto suggerirei di crederci e non di ripiegare per pigrizia sullo studio di famiglia, magari perché ritenuto più “a misura”: vero è che spesso la gavetta nel grande Studio all’inizio è molto dura, però sono convinto che l’investimento personale entrando in una struttura ampia possa ripagare pienamente. Poi suggerirei di imparare a fiutare l’aria: come ho detto prima, si tratta anche di cogliere la strada giusta. Può essere che lo sviluppo della propria dimensione professionale necessiti di un plus di competenze giuridiche (per esempio, in una delle “nuove aree” in cui il ruolo del giurista si sta affermando: penso al mondo delle tecnologie), oppure di una rete di clientela (si tratta di entrare professionalmente in un certo mercato e di costruirsi una reputation); talvolta poi le buone occasioni capitano e basta. Però fondamentale è fare un investimento su se stessi pensando di costruire giorno dopo giorno un pacchetto di esperienze e competenze per le quali arrivare a essere, se non insostituibili, almeno davvero molto utili. E allora arriveranno anche le soddisfazioni economiche.
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