Indagine TL100

SU E-EDICOLA TOPLEGAL DI GIUGNO

I primi 100 studi italiani nel 2012 hanno complessivamente prodotto 1,779 miliardi di euro di fatturato (-0,6%). In un lustro la leva dei primi 25 studi è passata da un rapporto di 1:6 a 1:4 (-26%), ma i cambiamenti strutturali non arginano la flessione degli utili (-20%). Con effetti inevitabili sul Pep (-26%)

04-06-2013

SU E-EDICOLA TOPLEGAL DI GIUGNO

Il numero di giugno di TopLegal, come di consuetudine, è dedicato all'indagine TL100 sui ricavi e margini degli studi legali. Quest'anno, però, è stato fatto un passo in più. Convinti che solo una visione d'insieme possa fornire uno spaccato realistico dell'andamento di un settore, abbiamo analizzato i cambiamenti intercorsi in un lustro. Fermarsi alla sola analisi dell'ultimo esercizio finanziario potrebbe essere fuorviante, fornendo un quadro persino rassicurante. Rispetto allo scorso anno, il giro d'affari dei primi 100 studi in Italia ha segnato una lieve flessione dello 0,6%. Per di più, le dimensioni delle squadre sembrerebbero piuttosto stabili con una riduzione complessiva di un mero 0,3%. Inezie comparate a quanto accade negli altri settori.

Il quadro, però, diventa più fosco se si compara la situazione al 2008. Per l’elite del mercato, i primi 25 studi per fatturato (TL25), l’utile medio per socio è crollato del quasi 9%, passando a 0,79 milioni di euro. Complessivamente, gli studi della TL25 sono tornati ai livelli di fatturato del 2008, tagliando però un quinto della forza lavoro in cinque anni. Il risultato per i 25 studi più ricchi d’Italia è stato il passaggio della leva equity da un rapporto di 1:6 a 1:4 (-26%). Con una peculiarità: mentre è aumentato il contributo di ogni singolo professionista al fatturato – passando da 0,31 a 0,39 (+26%) – è diminuito il tasso prestazionale dei soci, sceso da 1,96 a 1,77 (-7,9%).

In altre parole, la base della piramide associativa si assottiglia e diventa più produttiva; mentre il vertice si allarga e porta meno soldi in pancia agli studi. Con la conseguenza che, se da un lato si sta efficientando la struttura sotto il profilo dei costi, lo stesso risultato non si sta ottenendo sul fronte ricavi. Con conseguenze inevitabili sugli utili, diminuiti di un quinto; mentre l’utile medio per socio equity è piombato a 0,80 milioni di euro (-26%). 

Nel numero di giugno è pubblicato anche un approfondimento sulle strategie di posizionamento degli studi italiani in Cina. Un fronte su cui l’Italia sembra essere ancora indietro. La ricerca del Centro Studi è, invece, dedicata al settore banking & finance. Dall'indagine è emerso che si sta assistendo a una crescente convergenza tra settori tradizionalmente distinti. Accanto alla ricerca di sinergie tra i vari dipartimenti, si è teso alla razionalizzazione dei team, ad un maggiore coinvolgimento dei partner di riferimento e alla costante ricerca di operazioni complesse per difendersi dalla tensione dei prezzi.

Il numero di TopLegal di giugno è disponibile su E-edicola.


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