A conclusione del procedimento avviato il 13 maggio 2015, l’Antitrust ha irrogato sanzioni per complessivi 66 milioni di euro ai principali operatori televisivi nel mercato della pay-tv, Sky e Rti/Mediaset Premium, nonché alla Lega Calcio e al suo advisor Infront. Mediaset era affiancata da Antonio Catricalà, ex presidente dell'Autorità e oggi name partner di Lipani Catricalà, Stefania Bariatti di Chiomenti e lo studio di Gian Michele Roberti di Roma; mentre Sky è stata rappresentata da Marco D’Ostuni e Mario Siragusa di Cleary Gottlieb Steen & Hamilton. Fonti vicine al dossier indicano a TopLegal che già nei primi giorni di maggio Mediaset potrebbe presentare il ricorso.
Nello specifico, infatti, a Mediaset sono stati irrogati cinquantuno milioni e 419 mila euro di multa. Quattro milioni a Sky. Un milione e 944 mila euro alla Lega Calcio, 9 milioni infine alla Infront Italy Srl, consulente della Lega nella partita dei diritti tv. "Mediaset è letteralmente allibita dalla decisione dell'Antitrust". E' quanto si legge in una nota dell'azienda. Nella nota si definisce la sentenza "infondata, basata su un teorema costruito sulla sabbia e del tutto privo di qualsiasi riscontro probatorio. Decisione su cui Mediaset ricorrerà immediatamente nelle sedi competenti con istanza urgente di sospensiva, certa di un esito ben diverso".
Oggetto del provvedimento l’intesa restrittiva della concorrenza che, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ha alterato la gara per i diritti televisivi sul Campionato di serie A per il triennio 2015-2018, svoltasi nel giugno 2014. A giudizio dell’Autorità, l’intesa si è realizzata sostituendo con una soluzione concordata l’esito dell’assegnazione dei pacchetti A, B e D che discendeva dal confronto delle offerte presentate dai broadcaster il 5 giugno di quello stesso anno.
La Lega calcio, su suggerimento e con l’ausilio di Infront, invece di aggiudicare su questa base i diritti ha promosso – secondo l’Agcm - una soluzione negoziale che, in contrasto con le regole del bando, ha recepito l’assegnazione concordata con i due principali concorrenti. Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, RTI/Mediaset Premium ha condiviso la soluzione concordata per l’assegnazione dei diritti fin dall’apertura delle buste, in ragione delle offerte da essa presentate. Né l’autorizzazione ricevuta a concedere la sub-licenza sul pacchetto D avrebbe potuto ingenerare alcun affidamento sulla liceità delle condotte assunte dalle parti, emerse solo in seguito agli accertamenti ispettivi svolti dall’Autorità.
Quanto a Sky, benché abbia aderito in ultimo al disegno di spartizione, ha assunto all’inizio un atteggiamento nettamente contrario alle iniziative delle altre parti ed è stata “indotta” all’intesa anche dal loro comportamento, per mantenere poi un “atteggiamento collaborativo” nei confronti dell’Agcm. I soggetti sanzionati dal provvedimento dell’Autorità hanno concertato così l’esito dell’aggiudicazione dei diritti, sostituendo tale accordo al risultato della procedura competitiva prevista dalla legge. Tutto ciò ha prodotto l’effetto di garantire la ripartizione del mercato tra i due operatori storici, assicurando l’assegnazione di diritti a uno di questi (RTI/Mediaset Premium) e precludendo l’ingresso di nuovi operatori sia nell’immediato (Eurosport in relazione al pacchetto D), sia in futuro (l’alterazione della gara è tale da incidere negativamente sulla credibilità delle future gare e, quindi, sulle aspettative di ingresso di nuovi player, scoraggiando qualsiasi concorrenza sul merito).
L’intesa accertata dall’Antitrust, sovvertendo l'esito della gara rispetto alla procedura competitiva stabilita dal “Decreto Melandri”, ha influito di conseguenza sulla ripartizione di risorse strategiche per il mercato della pay tv e per quello della raccolta pubblicitaria. L’Autorità ha ritenuto perciò l’intesa “restrittiva per oggetto”, giudicandola particolarmente grave ai sensi della consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria.
Nello stesso provvedimento dell’Antitrust, infine, “si condivide l’esigenza rappresentata dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni circa un rafforzamento dell’efficacia delle Linee Guida previste dal d. lgs. n.9/2008, che andrebbe altresì estesa a una più ampia riforma del quadro normativo, al fine di incentivare ulteriormente le dinamiche competitive dello specifico settore interessato”.