Da settembre Federico Sutti (in foto), managing partner di Dla Piper Italia da 17 anni, assumerà un nuovo incarico all’interno della law firm anglo-americana. Sarà managing director Continental Europe Middle East and Africa. O, per dirla in altre parole, passerà dal dirigere una country practice di otto dipartimenti a dover coordinare 34 linee di reporting, che contano complessivamente 1.805 professionisti (di cui 473 sono partner) a cui si aggiungono 835 persone di staff. “L’incarico di managing director regionale (assunto per nomina e non per elezione visto che in Dla Piper soltanto il Ceo mondiale deve essere eletto ndr) è uno di quei treni che quando passano non possono non essere presi al volo”, commenta Sutti a TopLegal. Interrogato sulle ragioni che l’hanno portato ad ottenere il nuovo incarico, non cela l’orgoglio per i risultati ottenuti dalla practice italiana: “Considerato il punto di partenza e quello di arrivo, l’ufficio italiano è quello che a livello europeo ha fatto più strada in termini di posizionamento e profitability”, risponde.
Il treno su cui salirà Sutti, certamente, però rimesta le carte in tavola tanto nelle sue scelte professionali quanto nel futuro della sede italiana di Dla Piper. Il nuovo incarico è, infatti, inconciliabile con quello di managing partner italiano. Sul fronte professionale, si tratta di una scelta che vede il manager predominare sull’avvocato. Un disallineamento che, d’altronde, già all’interno della practice italiana si era andato sempre più accentuando (“ho vissuto il mio ruolo di manager con estrema passione, tanto da arrivare ad esserne assorbito per oltre il 60% del tempo, dedicando al business una fetta minore”). Una scelta che pone Sutti di fronte al dilemma temporale di cosa accadrà tra 6 anni. “Difficile che un mandato come questo possa essere rinnovato più di due volte, impensabile che si arrivi a conservare la poltrona per ben 17 anni come in Italia. Comunque, troppo presto per pensarci. Ciò che è certo è che non intendo abbandonare del tutto la professione”.
Altro fronte caldo, poi, è chi succederà a Sutti al timone dell’Italian practice. Due le ipotesi in campo: la nomina di un unico managing partner o un nuovo modello di governance duale. Ipotesi che Sutti sta ponendo al vaglio di tutti i soci dello studio, con cui si è consultato individualmente nei giorni scorsi. La nomina del nuovo managing partner avverrà a fine settembre, in occasione dell’annuale ritiro della law firm, che quest’anno si svolgerà a Napoli. “L’obiettivo – spiega Sutti – è quello di lasciare le chiavi di una macchina che ormai è in grado di muoversi in maniera autonoma a un professionista che non debba essere percepito come la mia longa manus. Al contrario: servono persone con caratteristiche diverse dalle mie. Io avevo il compito di far crescere lo studio. Chi mi succederà avrà come obiettivo il consolidamento”. Il professionista o i professionisti su cui ricadrà la scelta dovranno avere come caratteristiche: una buona conoscenza dello studio, la riconoscibilità sul mercato e il tempo e la volontà di fare il manager. La rosea di candidati al momento comprende 10 senior partner.
Sulla tenuta interna dello studio italiano, Sutti non mostra dubbi: “Considerando che non cambio né studio né mestiere, perché mai dovrebbero esserci defezioni? Si perderà il coordinamento giornaliero, ma in quanto managing director di un’area che naturalmente include anche l’Italia, il mio apporto al coordinamento strategico rimarrà inalterato”, commenta. Aggiungendo che ci sarà un’area che continuerà a seguire personalmente: la campagna lateral. Ovverosia, quello che è stato il suo cavallo di battaglia negli ultimi anni. Nel futuro, tre acquisti in agenda: un partner di puro litigation su Roma, un socio corpotare/m&a e uno nel banking. Ma adesso la priorità è un’altra: prima di tutto all’Italia serve un nuovo managing partner.
Notizia rettificata il 28 agosto 2013 alle ore 10.45: si rettifica il numero di professionisti appartenenti all'area Continental Europe Middle East and Africa, precedentemente indicati nel numero di 3.500.
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