TNT: PER QUESTO L'ANTITRUST TIENE POSTE NEL MIRINO

Raffaini, general counsel del gruppo che ha segnalato le irregolarità all'Authority, spiega perché «ci saranno altri confronti» tra operatori ed ex incumbent

16-03-2012

TNT: PER QUESTO L'ANTITRUST TIENE POSTE NEL MIRINO

Una multa di quasi 40 milioni di euro per abuso di posizione dominante a dicembre e l'avvio di un'istruttoria il 14 marzo scorso, sempre per accertare l'eventuale abuso di posizione dominante, mette Poste italiane al centro dell'occhio del ciclone.

Per quanto riguarda il provvedimanto dello scorso dicembre Poste è stata sanzionata per 39.377.489 milioni di euro per avere, come si legge nella comunicazine dell'Autorità, «abusato della propria posizione dominante, con l’obiettivo di ostacolare lo sviluppo dei mercati liberalizzati relativi al recapito ‘a data e ora certa’ e alla notifica attraverso messo notificatore». L'indagine è partita nel 2009, su segnalazione di Tnt Post, come dice Maurizio Raffaini (in foto), Legal Affairs Director: «Ci siamo rivolti all'Antitrust nel 2009, per abuso di posizione dominante di Poste italiane e l'autorità ha intrapreso l'istruttoria proprio a fine 2009. A dicembre, a distanza di due anni, è arrivata la decisione. Per noi e per il mercato è una vittoria importante che riguarda non solo tutti gli operatori ma anche tutti i fruitori dei servizi postali. Ma la battaglia per una vera liberalizzazione totale del mercato continua».
In Italia, infatti, è ancora difficile parlare di piena liberalizzazione del mercato dei servizi postali. «A differenza di tanti altri Paesi europei - riprende Raffaini -  in Italia la liberalizzazione del mercato è ancora imperfetta. In riferimento, per esempio, alla pronuncia dell'Autorità, in particolare ai casi rilevati di intercettazione della posta di altri operatori da parte dell’ex incumbent, farei notare che in altri Paesi ciò non sarebbe avvenuto, perché gli operatori si scambiano reciprocamente la posta intercettata. Ed è questo uno dei motivi per cui l'autorità ha deciso di sanzionare i comportamenti rilevati. Poste italiane anziché contattare gli altri operatori contattava direttamente i loro clienti e chiedeva il pagamento di un servizio in realtà non svolto».

La nuova istruttoria, avviata dall'autorità garante della concorrenza e del mercato, si legge sul sito di Agcm,  riguarda «il dover accertare se Poste applichi ai propri clienti finali un prezzo finale privo dell’Iva anche nei casi di fornitura di servizi postali frutto di negoziazioni individuali, proponendo così offerte economicamente non replicabili da parte dei concorrenti». 

È un' indagine avviata a seguito della decisione della Corte di Giustizia europea nei confronti della Royal Mail. «In merito all'istruttoria riguardante l'esenzione iva- precisa Raffaini - voglio ricordare che è una problematica che abbiamo sempre denunciato pubblicamente in tutti gli ambiti istituzionali. Sulla base della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea nei confronti della Royal Mail, l'Autorità italiana ha avviato questa indagine che durerà un anno. Tempo nel quale avrà modo di verificare anche tramite l'ascolto degli operatori, se saremo contattati saremo disposti ad esporre il nostro punto di vista».

 
La battaglia sui servizi postali si è scatenata e anche il general counsel di Tnt non escluse, in futuro, ulteriori punti di dibattito con Poste. «Fra noi e Poste c'è un rapporto trasparente ma, sicuramente, avremo modo di confrontarci anche su altri temi del mercato in futuro».

 




 


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