Christian Dior, assistita da Tognolo, ha vinto il contenzioso originato da una verifica fiscale del 2014, avendo dimostrato che gli eventi Trunk show svolti dalla società italiana sono attività di marketing tipiche del settore dell’alta moda destinate a incrementare il fatturato e che i relativi costi sono da considerarsi costi promozionali e non costi di rappresentanza.
La sentenza dei giudici della Ctr della Lombardia, ora passata in giudicato, ha inoltre confermato l’applicazione del periodo di sospensione feriale dei termini processuali ai termini previsti per la procedura di accertamento con adesione.
A rappresentare e difendere Dior per conto di Tognolo sono stati il name partner Paolo Tognolo (in foto) e Giuseppe D'Amico.
Dall'inizio dell'anno Tognolo, divenuto studio associato nell'ottobre 2018, è stato impegnato negli accordi di patent box di Bertelli e Pearson Italia.