Agli inizi degli anni 2000, l’Italia occupava frequentemente i titoli dei giornali della stampa anglosassone. Ai tempi, i giornalisti erano impegnati con le fatiche pubbliche delle law firm internazionali (soprattutto londinesi) che ambivano a integrare alleati italiani nei loro network internazionali. Alla fine, i tentativi di integrazione si rivelarono infruttuosi. Non solo. Dall’esperimento gli avvocati d’affari italiani ne uscirono con la curiosa reputazione di essere contemporaneamente appariscenti e ingestibili ma anche conservatori e paternalisti.
Se ancora oggi l’Italia rimane uno dei mercati più competitivi per i servizi legali, molto è però cambiato nell’ultimo decennio. Guadagni e profitti sono crollati con la scomparsa dei grandi deal e la cultura della star è in declino, ormai confinata a un gruppo sempre più limitato di eminenti professionisti. Allo stesso tempo, le pressioni senza precedenti esercitate sulle insegne dalla devastante recessione a triple-dip e l’emergere dei general counsel italiani hanno aperto la porta a cambiamenti assolutamente rivoluzionari. Complici le crescenti incertezze dello scenario di riferimento, gli studi stanno infatti iniziando ad affrontare le debolezze organizzative e di governance che li hanno ostacolati nel passato. Una nuova generazione di leader, giovani e progressiste, sta cercando di instaurare una maggiore stabilità e una maggiore integrazione della partnership. Oltre alle riforme interne, gli studi legali italiani stanno continuando a espandere le loro practice oltre i confini nazionali e Londra è emersa come la destinazione italiana preferita.
Mentre gli studi italiani diventano più internazionali, il nuovo report di TopLegal “Italy: The view from London” mostra che si sta formando anche una nuova percezione sul mercato legale italiano. Lo studio esamina i punti di forza e di debolezza degli studi legali italiani secondo i soci delle principali insegne inglesi e americane con sede a Londra. Include anche un’analisi su come migliorare le possibilità di aggiudicarsi mandati cross-border e un ranking degli studi italiani indipendenti leader così come visti dalla City.
Questa prospettiva londinese punta a dare ai professionisti italiani una maggiore consapevolezza attraverso il confronto con un mercato più maturo in cui sono sempre più coinvolti. Allo stesso tempo, cerca di mettere a disposizioni degli osservatori esterni un insight sulle sottigliezze della cultura legale italiana, una fotografia su come è realmente e su come si è evoluta recentemente.
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