TL100 - 2010/2011

TORNA A CRESCERE IL MERCATO LEGALE E SFIORA QUOTA 2 MILIARDI

Chiomenti raggiunge Bep al numero uno della TL100. Gogp si fa vedere nei grandi deal. Riolo, Blf e Raynaud sono le nuove insegne in classifica

08-06-2011

TORNA A CRESCERE IL MERCATO LEGALE E SFIORA QUOTA 2 MILIARDI

I primi 100 studi legali d’affari attivi in Italia (TL100) hanno archiviato il 2010 con un fatturato complessivo in crescita del 3,7%. Il valore dei ricavi prodotti da queste strutture e stimato dal Centro Studi TopLegal, si attesta a 1,906 miliardi di euro, facendo segnare un netto incremento dopo la stasi del 2009 che, invece, si era chiuso con ricavi sostanzialmente uguali all’anno precedente (+0,02%, si veda TopLegal n. 6/2010).
A testimoniare questa ripartenza è soprattutto il consuntivo delle prime 50 insegne del mercato che, con 1,603 miliardi di euro di fatturato fa segnare una crescita del 4,65% rispetto all’anno precedente. Il dato è particolarmente significativo perché gli studi che stanno nella prima metà di questa classifica sono, di fatto, i fautori dell’84% dei ricavi totali stimati per la TL100.

UNA POLTRONA PER DUE. Andando a esaminare i movimenti all’interno del mercato, la prima notizia che emerge dalla lettura delle stime del Centro Studi TopLegal, è la fine del primato solitario di Bonelli Erede Pappalardo (Bep). Con 128 milioni di ricavi stimati, infatti, Chiomenti ha realizzato una performance analoga a quella dello studio fondato da Sergio Erede e dal professor Franco Bonelli nel 1999. In particolare, Bep ha chiuso l’anno con un rilusltato sostanzialmente in linea rispetto al 2009 (-1,5%), mentre Chiomenti ha registrato un incremento dei ricavi del 4%. Chiomenti, però, ha superato Bep sul fronte del fatturato per socio (Rpp) con un dato medio che si attesta a 2,410 milioni di euro a fonte dei 2,280 milioni realizzati dai partner di Bep che, invece, rimane sopra Chiomenti nel fatturato per avvocato: 600mila euro contro 460mila.
Nel 2010, c’è stato molto business “verde” per Chiomenti che, per esempio, ha seguito l’Ipo di Enel Green Power (tra le più grandi degli ultimi anni), la cessione, da parte di Terna, della rete rinnovabile a Terra Firma e l’acquisizione di Falck Renewables. Bep, invece, ha affiancato Unilever nella cessione di Findus, Iride nell’operazione di fusione con Enìa e, in ambito Restructuring (tra i più prolifici in questo momento) si è occupato della ristrutturazione di Risanamento. Bep e Chiomenti si stanno confermando tra i pochi studi con una presenza costante sui big deal, anche in questa prima metà dell’anno. Il primo al fianco degli acquirenti, il secondo con i venditori, hanno seguito il passaggio di Bulgari a Lvmh, l’unica “partita” della tanto chiacchierata campagna italiana dei capitali francesi che, sinora, è stata portata a termine (si veda TopLegal n. 5/2011).
Nulla cambia, invece, sul terzo gradino del podio dei fatturati. Gianni Origoni Grippo (Gogp) si conferma terzo studio italiano e si avvicina ancora di un passo alla soglia dei 100 milioni di euro. Lo studio è stato impegnato in una serie di investimenti per il proprio radicamento territoriale (a Padova ha iglobato il team di Simmons & Simmons) e internazionale (ad Abu Dhabi ha creato un hub per coprire Medio Oriente, Cindia e Nord Africa). Per quanto riguarda i grandi deal, Gogp è tornato a siglare operazioni di fascia alta e in particolare ha seguito l’acquisizione di Eos risq Spain per conto di Assiteca e la cessione di Spotless Group da parte di Axa. A fine anno, poi, Gogp ha cominciato a lavorare sulla vendita di Wind a Vimplecom. Il deal, del valore di 20 miliardi di euro, si è chiuso lo scorso aprile e ha visto Gogp agire al fianco dei russi. Se nella corsa del fatturato Gogp continua a guadagnare qualche metro ogni anno, lo studio risulta ancora molto distante dai suoi diretti competitor sul fronte dei ricavi prodotti per avvocato (290mila euro) e per partner (1,5 milioni di euro).

DLA CRESCE DI PIÙ. Con un incremento del giro d’affari del 33,5%, Dla Piper è lo studio che nel 2010 è cresciuto maggiormente entrando nel novero dei primi 10 studi (per fatturato) attivi in Italia. Il dato va letto anche alla luce dei lateral hire messi a segno e che, in molti casi, hanno riguardato soci. L’operazione più rilevante, da questo punto di vista, è stata senz’altro l’arrivo di Nino Lombardo, Ernesto Apuzzo, Francesco Aleandri e Rodolfo Errore da Simmons. In totale, il numero dei professionisti di Dla Piper è salito del 38,2% e quello dei partner del 20,6%. Nel track record dello studio, tuttavia, mancano ancora i grandi deal: in particolare, nel settore Corporate/M&A lo studio è presente soprattutto in operazioni di taglia inferiore ai 100 milioni. Tra le poche eccezioni, possiamo ricordare l’assistenza data al Gruppo Fantuzzi nella cessione delle proprie attività nel settore gru ship to shore e attrezzature per movimentazione portuale e di container a Terex.
Sempre guardando i primi dieci studi della TL 100, spiccano per incremento di fatturato anche Legance (+15%), Clifford Chance e Nctm (entrambi con un +10%). Filippo Troisi e Alberto Giampieri, tra i soci fondatori di Legance, sono stati i trascinatori di questo studio che ha lavorato sulla Joint venture TotalErg, sull’Opa Swisscom su Fastweb e anche sullo scorporo di Fiat Industrial dal gruppo Fiat. Sebbene il 2011 sia cominciato senza particolari exploit da parte dello studio (eccezion fatta per l’assistenza fornita a Dicembre 2007 Spa nell’ambito dell’operazione Coin) va detto che la law firm è tornata a investire sulle porprie competenze, mettendo a segno alcuni lateral hire, tra cui quello del litigator Paolo Pototschnig da Nctm. Questa non è stata l’unica perdita che lo studio guidato dal senior partner Paolo Montironi ha dovuto digerire tra fine 2010 e inizio 2011 (si veda TopLegal n. 5/2011). Nctm è comunque riuscito a realizzare un incremento dei propri ricavi grazie a un forte posizionamento nel mid market e nel contenzioso. In uno degli anni peggiori per il Real estate, poi, lo studio ha avuto un ruolo di primo piano in una delle più importanti operazioni del settore, seguendo per conto di First Atlantic la nascita della prima Sgr immobiliare italiana indipendente: Idea Fimit. Su questa operazione, così come sulla jv Total Erg, ha lavorato anche lo studio Grimaldi che, tuttavia, non ha avuto un 2010 particolarmente brillante (-3,8%).
Sebbene non sia ancora riuscito a superare i concorrenti di Freshfields, che anche lo scorso anno si sono confermati prima insegna internazionale in Italia nonostante un discreto calo di fatturato (-9,6%), Clifford Chance è tornato protagonista del mercato facendo registrare la propria presenza sia nell’M&A che conta (ha lavorato con Birds Eye Iglo nell’acquisizione di Findus e con Hg Capital su TeamSystem) oltre a confermarsi tra i protagonisti nel Banking (ha seguito l’apertura di una linea di credito da 10 miliardi per Enel) e nel mercato dei capitali (prime emissioni Usa di Eni e Intesa). A conferma del ritrovato stato di salute (nel 2009 i ricavim, secondo le stime del Centro Studi TopLegal, erano scesi del 8,7%) la sede italiana di Clifford Chance è anche tornata sul mercato dei professionisti e a maggio ha messo a segno il lateral di Claudio Cerabolini da Bonelli Erede Pappalardo, entrato come socio.
In crescita anche Linklaters (+6%), che ha finalmente registrato l’entrata in funzione a pieni giri, al fianco delle colonne del Banking e Capital Markets, anche del team di Corporate M&A. Per restare sempre in ambito magic circle, va detto, invece, che Allen & Overy ha registrato ancora un calo del fatturato italiano (-4,80%) anche se, lo studio sembra aver trovato un assetto più adatto valorizzare le competenze peculiari della law firm soprattutto in ambito finanziario.
In ogni caso, il 2010 è stato ancora un anno di passione per gli studi inglesi. Sj Berwin (che non compare nella TL 100) ha visto scendere i propi ricavi a 2,7 milioni (-22,8%). Forte contrazione del giro d’affari anche per Simmons (-24,8%) ed Eversheds Bianchini (-25%), tutti studi che hanno subito molte uscite di soci e collaboratori e che, nel caso di Eversheds, hanno continuato a subirne: lo studio ha da poco perso quasi tutto il dipartimento di Labour.

IL FUTURO È BOUTIQUE. L’uscita di Sergio Barozzi, Giovanni Battista Benvenuto e Giorgio Scherini a cui dovrebbe seguire a breve l’annuncio della nascita di una nuova boutique specializzata in diritto del lavoro è sintomatica di due trend che si sono registrati a partire dal 2009 e che stanno proseguendo.
Il primo, più settoriale, è quello per cui la practice Labour si sta rivelando particolarmente florida. Non è un caso, per esempio, che proprio nel Labour studi come LabLaw (+16,7%), Trifirò (+3,7%), Maresca Morrico Boccia (+27,8%), Toffoletto (+10%) abbiano archiviato l’anno con ricavi in forte crescita.
Il secondo, più generale, è quello per cui il mercato dei servizi legali sembra aprirsi soprattutto alle boutique, ovvero alle strutture che contemperano la qualità dei servizi professionali a un’organizzazione snella, in grado di tenere bassi i costi di gestione e rendere competitive, anche sul piano economico, strutture che offrono il valore aggiunto del rapporto diretto tra soci e clienti. La tendenza, partita a fine 2009 comincia ad avere i suoi riflessi anche nella TL 100. Tra le nuove insegne comparse nella rilevazione di quest’anno ci sono, infatti, Riolo Calderaro Crisostomo (4,3 milioni), Blf (4 milioni) e Raynaud & Partners (3,2 milioni). Questi progetti professionali hanno fatto da apripista a un flusso di nuove iniziative partite recentemente, da 4 Legal a Negri-Clementi, passando per Cdp, fondato a Roma da Luigi Chessa, Roberto Donnini e Marisa Pappalardo. Nel prossimo futuro, quindi, si può immaginare che il numero di grandi studi nazionali (realtà con circa 300 professionisti) non sia destinato a crescere. Mentre il mercato, anche nella fascia alta, assisterà al riposizionamento di avvocati e studi legali organizzati in strutture di dimensioni più contenute. Le difficoltà di tenuta di alcune strutture cresciute molto rapidamente negli utimi anni, potrebbero essere un sintomo di questo fenomeno. Un esempio è quello di Cba, che pur avendo chiuso l’anno in linea con il 2009 (30 milioni), ha cominciato a subire diverse uscite e ha vsito calare del 3,9% il numero dei professionisti e del 4,5% quello dei soci. Un trend proseguito anche nel 2011, con le uscite, degli associati Katja Besseghini e Giuseppina Staropoli e dei soci Fabrizio Colonna, Caludio Giordano e Luca Nicodemi.
Anche strutture che hanno chiuso con numeri soddisfacenti, come Nctm e Dla Piper, stanno affrontando il tema della “tenuta” dello studio. La questione, per Dla Piper, potrebbe proporsi in particolare da quest’anno. Infatti, dopo le uscite di Roberto Ferrario ed Elena Martini, che hanno deciso di dar vita a due studi indipendenti, lo studio nelle scorse settimane ha detto addio a uno dei soci più validi del Litigation, Domenico Aiello. E anche per lui, il futuro sarà boutique.

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