TRIBUNALE BREVETTUALE EUROPEO, PERCHÉ NON A MILANO?

Il numero di domande di brevetto depositate in Italia nel 2011 ammonta a 70 mila. In calo dell’1,2% rispetto al 2010. Ma è  Milano la città dell'Ip. Il capoluogo lombardo, infatti, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati dell’Ufficio italiano Brevetti e Marchi al 2010 e 2011, detiene quasi un quarto dei depositi nazionali (22,5%, superano i 15.500, di cui 2.423 per invenzioni), seguito da Roma (12,6%) e Torino (7,9%).

A livello europeo, poi,  la città meneghina si afferma tra le più forti per innovazione, piazzandosi  al settimo posto dopo Monaco, Parigi e altre due aree francesi (Isère e Hauts de Seine), Berlino e l’olandese Brabant. Nella classifica europea per i brevetti tecnologici - ICT (information communication technology), hightech, biotecnologici – Milano, inoltre,  resta tra le prime, al 12° posto e anche la regione Lombardia si tiene in 17° posizione per gli stessi indicatori.

Per questo la proposta è quella di creare, proprio a Milano, il Tribunale di prima istanza in materia brevettuale.
L'idea sarebbe quella di creare un sistema giurisdizionale europeo che consentirebbe una riduzione dei costi che le imprese devono sostenere (in Europa il costo è 13 volte più alto che negli Stati Uniti). Milano, tra i primi centri di brevettazione in Europa, può lanciare la propria candidatura, che si affiancherebbe a quella di Monaco, Parigi e Londra.
Il nuovo organismo si affiancherebbe alla Corte europea dei brevetti, che avrà competenza sui brevetti che inventori e imprese italiane vorranno tutelare in Europa.

L'Italia, infatti,  partecipa a pieno titolo, come parte contraente, ai negoziati per la definizione del trattato costitutivo del tribunale internazionale da cui verranno giudicate le controversie sui brevetti registrati in base all'attuale convenzione di Monaco e su quelli futuri.