TROPPO POCO TURNAROUND IN ITALIA

Dal 2004 al 2010 solo 38 sono state le operazioni di Turnaround in Italia, il dato è emerso dal primo rapporto di ricerca del TaM

07-04-2011

TROPPO POCO TURNAROUND IN ITALIA

È stato presentato oggi, a Milano, il primo rapporto del Turnaround monitor, 2004-2010, realizzato dall'Osservatorio TaM, attivo  presso l'Università Carlo Cattaneo Liuc di Castellanza, che monitora le operazioni di ristrutturazione aziendale in Italia effettuate da investitori istituzionali in capitale di rischio.
A supervisionare lo studio, condotto da Jonathan Donadonibus e Consuelo Scionti, Anna Gervasoni (in foto), in qualità di presidente del comitato scientifico del TaM.

Sono cinque le operazioni di Turnaround effettuate nel 2010 in Italia, in diminuzione rispetto alle nove del 2009. I deal portati a termine lo scorso anno sono: Oaktree Capital Managment che ha investito in Cartiere del Pardo, operazione seguita da Bonelli Erede Pappalardo e Cleary Gottlieb; Novium, assistita da Laghi e Tabacchi,  con l'ingresso in  Effezeta seguita da Lombardi Molinari e Ichino Brugnatelli; Orlando Italy in Labdbrokers Italia, deal seguito da Simmons & Simmons;  Opera Sgr in Minotti Cucine seguita da Marena Castorino D'Angelo Fagotto e Progressio Sgr con l'acquisizione in Jal.

Dal rapporto è emerso che su un totale di 642 operazioni di Private equity, nel corso dei sette anni, solo 38 sono state di Turnaround, il 5% del totale.
«Gli strumenti di Turnaround», afferma Carlo Bianco, presidente commissione
gestione crisi d'impresa e procedure concorsuali Odcec Milano, «sono ancora  una percentale bassa nel Private equity. Questo è dovuto in parte al fatto che gli operatori economici non sono abbastanza liberi di poter proporre la  soluzione che ritengono più adatta per risollevare l'azienda che vive un  momento di crisi. Causa di questo è anche la riforma fallimentare, che a parer mio, è da rifare, dando ai creditori maggiore possibilità d'intervento».

I fondi più attivi nel Turnaround, sulla base del numero di operazioni effettuate, sono Orlando Italy con 5 deal e Atlantis Capital con 4. I fondi che operano in questo settore prediligono investire in beni di consumo, circa il 50%, mentre il 16% sceglie l'industria. Il 55% dell'attività d'investimento si è concentrata su imprese con un fatturato entro i 30 milioni di euro. Inoltre, la maggior parte delle operazioni, il 65%, si concentrano al nord: Lombardia, Piemonte, Emilia, Veneto e Toscana.

Lo studio, che è stato effettuato su un campione di 7793 aziende, con ricavi compresi tra i 20 e i 200 milioni, ha evidenziato che il 39% di queste presenta livelli di indebitamento potenzialmente distressed, dato che dimostra il livello di  peggioramento del profilo economico/finanziario tra il 2008 e il 2009 è peggiorato. Tam, sulla base dell'analisi di queste aziende, ha isolato 192  casi che sulla base del peggioramento del debito /Ebitda potrebbero, in  futuro trovarsi in situazioni critiche.

TAGS

BonelliErede, Pedersoli, Simmons & Simmons, LS, Molinari Agostinelli, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, Ichino Brugnatelli Atlantis Capital, Ladbrokes, Progressio SGR, Cantiere del Pardo, Opera, Effezeta, Jal, Minotti Cucine, Novium, Oaktree Capital Management, Orlando Italy Special Situations


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