di Marco Michael Di Palma
La recente vittoria elettorale di Trump avrà un impatto significativo sugli studi legali italiani e sui loro clienti, che dovranno orientarsi in nuovi scenari normativi. Vale la pena delineare come la visione dirompente di Trump per l'economia, a cui le elezioni del 5 novembre hanno dato un forte mandato, potrebbe influenzare il settore legale.
Gli effetti principali possono essere sintetizzati in alcuni punti chiave, partendo dalla deregolamentazione di settori strategici, accolta con entusiasmo in alcuni ambienti legali statunitensi. In generale, l’incertezza e i cambiamenti rapidi aumentano la domanda di consulenza legale, e le nuove politiche promettono di generare proprio questo tipo di dinamiche.
Nel settore energetico, la politica di Trump intende favorire i combustibili fossili e ridurre le regolamentazioni ambientali, con conseguenze negative sugli sforzi globali per il cambiamento climatico. La maggiore produzione di fossili negli Stati Uniti potrebbe abbassare i prezzi globali del petrolio e del gas, penalizzando gli investimenti in tecnologie verdi ed energie rinnovabili.
Vi è poi l’intenzione di rimuovere le misure di salvaguardia dell'intelligenza artificiale introdotte dall’amministrazione Biden e di contrastare i regolatori europei nei loro tentativi di governare i monopoli Big Tech, come X (già Twitter) e Apple. Si ridurrebbe così l’impegno degli Stati Uniti nelle istituzioni internazionali e nei forum multilaterali, rendendo più difficile per l’Unione Europea trovare un terreno comune con altri Paesi su regolamentazioni e standard globali per l’IA. In particolare, la piattaforma X del possibile presidente ombra Elon Musk rappresenterà una sfida per i regolatori europei per disciplinare i social media.
Sulla politica commerciale, Trump ha promesso un ritorno all'"America First," con la minaccia di tariffe del 10-20% su tutti i beni importati dall'Europa e fino al 60% su quelli dalla Cina, rischiando così una guerra commerciale. Nel 2023, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 72,9 miliardi di dollari, in crescita del 5,4% rispetto all'anno precedente. Le tariffe potrebbero ridurre il Pil italiano fino allo 0,4%, secondo alcune stime, mentre un possibile intervento di Trump nelle decisioni della Federal Reserve potrebbe rafforzare il dollaro, incidendo ulteriormente sulla bilancia commerciale italiana.
Negli Stati Uniti, l’allentamento dei requisiti antitrust potrebbe favorire un’ondata di fusioni e acquisizioni (M&A), ma in Italia le prospettive appaiono meno promettenti. Le aziende italiane rischiano di diventare meno attraenti per gli acquirenti internazionali a causa dei maggiori costi e rischi connessi alle tariffe. La combinazione di incertezze politiche, guerre commerciali, protezionismo e pressioni inflazionistiche rallenterà le operazioni straordinarie, penalizzate ulteriormente dall’eventuale aumento dei tassi di interesse per contenere l’inflazione, incrementando a sua volta il costo dei finanziamenti.
Per le aziende italiane si prospetta un periodo di adattamento più frammentato e incerto, con la necessità di una consulenza legale mirata alla mitigazione del rischio, soprattutto nei settori in cui le tariffe o le restrizioni commerciali impattano direttamente sulle catene di fornitura e sull’accesso al mercato. Gli studi legali saranno chiamati quindi a orientare i propri clienti in un contesto di crescente volatilità, con l’obiettivo di proteggere gli interessi delle imprese e accompagnarle in un percorso di adattamento strategico. In questo clima di tensioni commerciali e riduzione del multilateralismo, la consulenza legale non è solo un supporto tecnico, ma diventa un pilastro per la stabilità e la resilienza delle imprese.
L’articolo è tratto dalla TopLegal Digital di novembre 2024 – n. 10, in uscita martedì 19 novembre 2024. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente