Environment Forum

Tutela ambientale: «Puntare sulla formazione dei professionisti della legge»

Il tema è stato affrontato il 2 aprile scorso all’Environment Forum di TopLegal 

08-04-2025

Tutela ambientale: «Puntare sulla formazione dei professionisti della legge»


di Francesca Lai

L’articolo 18 della direttiva 2024/1203 stabilisce che gli Stati membri devono garantire formazione specializzata per giudici, pubblici ministeri, polizia e personale giudiziario, in relazione agli obiettivi della direttiva. Tuttavia, la direttiva omette di specificare strumenti, modalità e tempistiche per la prevenzione amministrativa dei reati ambientali, un aspetto cruciale che coinvolge la macchina amministrativa.

 

Ecco il tema approfondito nel corso dell'Environment Forum, organizzato da TopLegal il 2 aprile 2025 al Senato della Repubblica di Roma. L’evento ha riunito esperti e istituzioni per discutere le principali sfide e opportunità legate alla tutela ambientale.


Il forum ha messo in luce la necessità di interventi concreti e tempestivi per migliorare la giustizia ambientale in Italia, in particolare attraverso la specializzazione, la formazione continua e l'adozione di tecnologie avanzate. Il dibattito ha evidenziato l’urgenza di adeguarsi alle direttive europee e di affrontare le sfide legate alla protezione ambientale con una visione integrata e innovativa.


Il forum si è aperto con i saluti istituzionali di Jacopo Morrone, presidente della Commissione parlamentare d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che ha messo in luce l’importanza di un impegno legislativo forte per combattere i reati ambientali. «Abbiamo avuto il supporto di validissimi consulenti, appartenenti al mondo della magistratura, delle forze dell’ordine e dei consulenti tecnici ufficiali. Insieme, grazie al contributo di tutti, siamo riusciti a portare avanti un lavoro importante e ad accorgerci di gravi criticità che ancora oggi affliggono il sistema», ha dichiarato Morrone, sottolineando anche che «queste carenze possono essere colmate attraverso l’attività legislativa che il Parlamento può e deve sostenere».

I punti salienti della direttiva 2024/1203

Nel suo intervento, Manfredi Potenti, membro del Senato della Repubblica, ha enfatizzato la necessità di una formazione continua per gli attori coinvolti nel settore ambientale. «Nel settore ambientale non ci si può improvvisare: è necessaria una specializzazione elevata e la massima professionalità da parte di tutti gli attori coinvolti», ha affermato Potenti. Ha inoltre sottolineato l'importanza dell’aggiornamento delle competenze: «L’applicazione di norme particolarmente rigorose impone un costante aggiornamento, e l’omissione di investimenti in formazione può comportare responsabilità per chi non si adegua».


Enrico Napoletano, socio fondatore dello Studio Napoletano, ha affrontato due questioni principali: la prima, «a dispetto dei proclami europeisti di rafforzare l’azione preventiva di tutela ambientale, la Direttiva pone unicamente l’accento sul rafforzamento dell’azione repressiva degli illeciti ambientali: nuove fattispecie incriminatrici, sanzioni penali più afflittive e nuove sanzioni interdittive, nuovi termini di prescrizione senza però prevedere anche nuovi strumenti di prevenzione sul piano amministrativo»; la seconda questione attiene, poi, alla scadenza fissata per l’adeguamento alla direttiva europea 2024/1203, prevista per il 21 maggio 2026.

 

«L’Italia rischia di non riuscire a rispettare i tempi previsti dalla direttiva europea, poiché non ci sono ancora tavoli parlamentari per discutere le linee guida necessarie», ha dichiarato Napoletano, mettendo in guardia contro la carenza di azioni concrete per l’applicazione delle nuove norme. Ha aggiunto: «Il nostro Paese è indietro rispetto ad altri Stati membri in materia di giustizia ambientale».

 

In ultimo, ha sottolineato, elemento di assoluto pregio di questa Direttiva è l’articolo 18: «la formazione ambientale è obbligatoria per tutti: non solo per Avvocati e Magistrati ma soprattutto per tutti coloro che sono coinvolti nel processo di accertamento degli illeciti ambientali. Una riforma, questa, che spera di fornire un contributo decisivo verso la specializzazione in materia».

I controlli amministrativi per la tutela ambientale

Durante la prima tavola rotonda, Maria Siclari, direttrice generale di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ha spiegato l'importanza della trasparenza nei controlli ambientali, in particolare per quanto riguarda gli impianti sottoposti ad Autorizzazione integrata ambientale (Aia). «Il nostro obiettivo è garantire la conformità alle prescrizioni autorizzative, con una trasparenza che permette il dialogo con le aziende», ha dichiarato Siclari, evidenziando come le ispezioni possano rilevare sia violazioni amministrative che penali.


Lucia Lo Palo, presidente di Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) Lombardia, ha sottolineato il ruolo dell'agenzia nella gestione dei rifiuti e nella protezione delle risorse idriche. «Il nostro impegno non si limita ai controlli sugli impianti, ma garantiamo la trasformazione dei rifiuti in risorse, contribuendo così a una gestione più sostenibile», ha dichiarato Lo Palo, facendo riferimento anche ai numerosi controlli effettuati sui Pfas (perfluorinated alkylated substances) nelle acque della Lombardia.

Assicurazione e rischio di responsabilità ambientale


In merito alla responsabilità ambientale, Italo Partenza, socio di ITC Law, ha discusso delle difficoltà legate al risarcimento dei danni ambientali. «Il risarcimento del danno ambientale deve avvenire in forma specifica, con l’obiettivo di ripristinare lo stato dell’ambiente, non solo di compensare economicamente il danno», ha affermato Partenza, evidenziando l'importanza di favorire la diffusione di coperture assicurative idonee a tenere indenni le aziende chiamate ad obblighi di bonifica.

 

Gli strumenti di prevenzione dei reati ambientali

Alberto Galanti, consigliere della Corte di Cassazione, ha parlato della mancanza di specializzazione nei tribunali italiani per i reati ambientali, un aspetto che, secondo lui, compromette l’efficacia della giustizia in questo settore. «Oggi non esistono sezioni specializzate per i reati ambientali nei tribunali italiani, nonostante la loro crescente complessità», ha dichiarato Galanti, aggiungendo che «una formazione superficiale non può bastare per affrontare processi tecnici e delicati».

 

La blockchain a servizio della tutela ambientale

Davide Gerone, strategy advisor di DLab, ha presentato la blockchain come una tecnologia utile per la tutela ambientale, in particolare per la tracciabilità e la certificazione delle operazioni ambientali. «La blockchain consente di tracciare e certificare ogni fase operativa in modo trasparente e sicuro, favorendo la tracciabilità e la responsabilizzazione degli attori coinvolti», ha dichiarato Gerone, evidenziando come la piattaforma ioTruck stia applicando questi principi nel settore.

 

L’importanza della formazione e del ripristino dell’area 


La giornata si è conclusa con la preziosa testimonianza di Pasquale Starace, comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, che svolge un’azione investigativa mirata a contrastare una serie di crimini ambientali che minacciano l'integrità del territorio e delle risorse naturali. 


Tra le principali aree di intervento, il Gruppo si occupa del monitoraggio e delle indagini sull'inquinamento del suolo, dell'acqua, dell'aria e del rumore, cercando di individuare le cause e i responsabili per le violazioni ambientali. 


«Non ci limitiamo a condurre le indagini, ma siamo anche impegnati nella protezione del patrimonio naturale italiano, la difesa delle risorse agro-forestali, e nella tutela dell’ambiente e del paesaggio. La lotta contro le ecomafie, infatti, rappresenta uno degli scopi principali di questo gruppo, che si occupa di contrastare tutte le forme di crimine ambientale legate alla gestione dei rifiuti, alla costruzione abusiva e ad altre violazioni gravi», ha raccontato Starace. 


La squadra, quindi, svolge un ruolo fondamentale non solo nelle operazioni di investigazione, ma anche nella promozione di una cultura di rispetto per l’ambiente, perseguendo politiche di prevenzione e sensibilizzazione a tutti i livelli. 


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