TUTELA DEL DIRITTO D'AUTORE: IL NUOVO REGOLAMENTO AGCOM

Lo scorso mercoledì 18 giugno, presso la sede milanese di Nctm, si è tenuto l'incontro su "Il nuovo Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d'autore: profili applicativi", organizzato dallo studio Nctm in media partnership con TopLegal. 

A introdurre i lavori Lorenzo Attolico (in foto), partner coordinatore del Dipartimento di Proprietà Intellettuale, che dopo aver fatto il punto sul nuovo Regolamento introdotto dall’Agcom, è entrato nel vivo del procedimento per la tutela del diritto d’autore on-line, illustrandone le fasi più salienti e facendo presente la possibilità di ricorrere a un procedimento abbreviato in caso di grave lesione dei diritti di sfruttamento economico di un’opera digitale e in caso di violazione di carattere massivo.

Partendo dal quadro generale, così come delineato da Attolico, ha preso avvio la tavola rotonda, coordinata da Saverio Ruperto, ordinario di diritto privato presso La Sapienza di Roma. A prendere parte ai lavori, in qualità di relatori: Maja Cappello, head of Digital Rights Unit di Agcom; Marilù Capparelli, direttore affari legali di Google Italia; Sibilla Ricciardi, direttore affari legali di Microsoft Italia; Alfredo Clarizia, direttore business and legal affairs di Sony Music Entertainment Italy e Paolo Lazzarino, partner del dipartimento di proprietà intellettuale di Nctm. 

Lo spunto di partenza è stato dato da Cappello, che ha fornito le prime delucidazioni in merito al Regolamento in materia di diritto d’autore, in vigore dal 31 marzo 2014, che promuove lo sviluppo dell’offerta legale di opere digitali e la loro corretta fruizione, definendo le procedure per l’accertamento da parte dell’Autorità delle violazioni commesse sulle reti di comunicazione elettronica. Il problema maggiore – ha sottolineato Cappello – risiede nel conflitto tra due diverse interpretazioni del rapporto tra regole e internet: “Per alcuni la rete è un far web, un ambiente privo di regole in cui il contenuto dovrebbe essere a disposizione del pubblico anche a danno degli autori”. Una visione certo distorta della piattaforma virtuale. “La rete – ha precisato – dovrebbe diventare un ambiente civile e responsabile, rispettoso dei diritti e delle libertà fondamentali, in cui l’offerta legale possa trovare un terreno fertile”. Ecco allora che, come evidenziato da Sibilla Ricciardi, “l’educazione diventa l’elemento chiave” perché “non è possibile combattere la pirateria, se non si iniziano prima a educare i consumatori”.

A fare eco sulla necessità di una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle piattaforme digitali anche Clarizia, che ha fornito una serie di datri d’indubbio interesse sulla pirateria. Infatti, secondo le elaborazioni di comScore e Nielsen, si stima che il 26% degli utenti internet nel mondo acceda regolarmente a piattaforme non autorizzate. Riportando il discorso all’industria musicale, il direttore business e legal affair di Sony ha sottolineato che: “La pirateria digitale oggi rappresenta l’ostacolo principale allo sviluppo del settore musicale legale e alle possibilità di investimento attraverso molteplici minacce: peer-to-peer, cyberlocker e aggregatori, stream ripping e applicazioni per smartphone”.

Certo la consapevolezza e l’educazione nella fruizione dei mezzi sono indispensabili in ottica preventiva, ma non vanno dimenticati gli strumenti messi a disposizione dall’Agcom. A entrare nel merito è stato Paolo Lazzarino, partner del dipartimento di proprietà intellettuale di Nctm, che ha sottolineato le principali differenze tra il Digital Millennium Copyright Act (Dmca) americano e il Regolamento Agcom, rimarcando che “quella italiana è una procedura amministrata da un’autorità indipendente, alternativa a quella giudiziale”. Un’Autorità che, al momento, responsabilizza maggiormente rispetto al regime statunitense i fornitori di servizi internet, gli Internet service provider.