Fatturati / Analisi di cluster

Un mercato multiforme

Il magic circle inglese taglia le squadre, gli americani allargano l’equity. Crescita su tutti i fronti per le boutique italiane top-tier. Per i giuslavoristi il 2014 si chiude con il segno meno

28-10-2015

Un mercato multiforme



Il mercato legale italiano è tutt’altro che omogeneo, nelle strategie così come nei risultati economici. Lo si evince suddividendo in macrocategorie gli studi che hanno partecipato all’indagine sui fatturati. A seconda della tipologia, della clientela e del posizionamento,  politiche strutturali e risultati d’esercizio differiscono notevolmente.
 
Ai fini dell’analisi sono stati individuati cinque raggruppamenti: italiani full-service (top e mid tier); internazionali (inglesi e americani); internazionali revisione; boutique italiane (top e mid tier) e monopractice (lavoro e tax).

Da un punto di vista strutturale, gli studi internazionali, le boutique italiane e gli studi specializzati in tax hanno accorciato la leva. Gli inglesi – in particolar modo quelli del magic circle Clifford Chance, Freshfields Bruckhaus Deringer e Linklaters – hanno ridotto il rapporto tra soci e professionisti attraverso tagli, anche notevoli, alle squadre di corredo e ai soci; mentre gli americani hanno puntato sull’allargamento della partnership. La crescita, invece, è la strada percorsa nel 2014 dalle boutique italiane di fascia alta: con l’11,4% di professionisti e il 22,2% di equity in più rispetto al 2013, la leva si è ridotta dell’8,8%.

Al contrario di questo gruppo di insegne, gli studi italiani full-service e gli internazionali revisione hanno aumentato il rapporto soci/professionisti. In particolare chi si occupa di revisione, coerentemente con un business giocato su volumi d’affari notevoli, dopo una campagna acquisti che ha fatto guadagnare 38 giovani leve legali in due studi, ha ampliato il rapporto del 46%, facendolo salire da 1:10,5 a 1:15,4.

Al pari delle politiche strutturali, anche i risultati d’esercizio sono stati diversi a seconda del mercato di riferimento. Premiati a chiusura dell’ultimo anno fiscale gli inglesi e le boutique italiane top-tier, entrambi con un aumento del 10% del giro d’affari. Al contrario, gli studi specializzati in labour hanno dichiarato maggiore sofferenza di risultati, con un calo alle entrate del 3%, a fronte di un 2013 che li aveva visti crescere mediamente del 13,5%.


Italiani full-service: top-tier e mid-tier

Tutti gli studi italiani full-service, e in linea con quanto registrato dall’indice TL25, hanno incrementato la leva; ma con una differenza. Mentre nel top-tier l’allungamento della leva è effetto di una lieve riduzione di professionisti e soci equity, nel mid-tier è conseguenza di una crescita su entrambi i fronti.

I tre studi di fascia alta che hanno fornito i dati – Bonelli Erede Pappalardo (oggi BonelliErede), Gianni Origoni Grippo Cappelli (Gop) e Legance – complessivamente hanno modificato lievemente il rapporto soci/professionisti da 1:5 in 1:5,26 (più 1,7%), riducendo dell’1,5% le squadre e del 3,1% i partner. L’insegna che ha fatto maggiori tagli alla compagine è Bonelli, che registra 15 professionisti in meno (-6%); Gop ha tagliato di più sull’equity rispetto al 2013, con tre soci in meno (-6,8%). Tra gli studi di questo raggruppamento, Gop è anche l’unico ad aver reso noto il volume degli affari, dichiarando un fatturato di 110 milioni di euro, in incremento di 3 milioni rispetto ai 107 milioni con cui aveva archiviato il 2013.

I dieci studi del cluster mid-tier complessivamente hanno registrato un incremento della leva dell’1,8%, frutto dell’aumento dei professionisti (5,4%) e dei soci (4%). All’interno del raggruppamento, Mdba ha quasi raddoppiato (87,5%) il numero di professionisti, passati da 24 a 45; seguito da Macchi di Cellere Gangemi (33,3%), che ha ampliato la squadra da 78 a 104. Dal lato equity, Tonucci ha allargato di più la partnership, aggiungendo otto nuovi soci. L’insegna ha in tal modo subito la maggiore variazione alla leva, che si è praticamente dimezzata (-44,5%), passando da un rapporto di 1:13,9 a 1:7,7.

Dei dieci studi compresi nel cluster, sette hanno fornito sia i fatturati sia gli utili, dichiarando complessivamente ricavi in crescita del 5,4% e profitti in aumento del 12,5%. Tra questi, R&p Legal ha aumentato maggiormente gli incassi (15,3%), passati da 13,1 a 15,1 milioni. Ad aumentare di più i margini, Carnelutti (23,5%), i cui profitti sono saliti da 8,5 a 10,5 milioni.


Internazionali: inglesi e statunitensi

Tutte le insegne internazionali stanno ristrutturando le squadre nella direzione di un accorciamento della leva. Mentre gli inglesi hanno tagliato professionisti e soci, gli americani hanno allargato la partnership.

Tra i nove studi inglesi sotto esame, Clifford Chance, Freshfields Bruckhaus Deringer e Linklaters hanno apportato i maggiori cambiamenti alle compagini. Clifford Chance ha tagliato di più sui professionisti (-20%), seguito da Linklaters (-16,1%). Freshfields, invece, ha ridotto maggiormente l’equity, con due soci in meno (-11,8%). Nessuna delle insegne magic circle ha comunicato i risultati economici. I sette restanti inglesi hanno attestato un aumento delle entrate del 10%. Sul piano dei ricavi, Osborne Clarke è passato dai 3 milioni del 2013 ai 3,9 del 2014, mentre Withers ha incrementato i margini da 1,45 a 2,2 milioni.

Al pari degli inglesi, anche gli americani hanno ridotto la leva, accorciata del 9,4%. Il meccanismo che ha portato al decremento, diversamente rispetto agli inglesi, è basato su un diffuso ampliamento (10,3%) della base equity. Cleary Gottlieb Steen & Hamilton e Curtis Mallet-Prevost Colt & Mosle hanno aggiunto due soci, risultando le insegne ad aver esteso maggiormente la partnership. Delfino e associati Willkie Farr & Gallagher è lo studio che ha perso maggiormente in termini di professionisti, riducendo le squadre di 15 unità (-38,5%) e dimezzando così la leva (-46,2%). Con otto avvocati in più, Orrick Herrington & Sutcliffe ha, invece, accresciuto maggiormente la squadra (11,3%). Tra gli statunitensi, soltanto due hanno fornito i risultati d’esercizio – Curtis Mallet-Prevost Colt & Mosle e McDermott Will & Emery – dichiarando complessivamente fatturati in calo (-5%) ma utili in aumento (13%). Entrambe le insegne in un anno hanno ridotto di oltre un quarto la leva.


Internazionali revisori
Nel corso dell'ultimo anno fiscale le due società di revisione, PricewaterhouseCoopers e Kpmg, hanno registrato un incremento dei fatturati generati dall'area legale. Tls, divisione legale di Pwc, ha dichiarato entrate per 16 milioni di euro, contro i 14 del 2013, segnando un incremento del 14,3%. Studio Associato (Kpmg), a fine dell'ultimo anno fiscale ha visto generare dall'area legale 21,1 milioni di euro, contro i precedenti 20,6. In leggero aumento anche gli utili, passati da 9,1 milioni a 9,3. Anche Roedl ha aumentato leggermente i ricavi dell’area legale, passando da 9 a 9,2 milioni. Coerentemente alla tipologia di business improntato sui volumi, il cluster ha registrato il maggior aumento di professioni (32,8%), non compensato da un eguale ampliamento della partnership, tanto da condurre a un allungamento della leva del 46%, passata da un rapporto di 1:10,5 a 1:15,4.


Italiani boutique: top-tier e mid-tier
Tutte le boutique italiane accorciano la leva. Le top-tier hanno incrementato squadre (11,4%) ed equity (22,2%), mentre le controparti mid-tier hanno leggermente diminuito il numero di professionisti (-1,6%), a fronte di un numero di partner invariato.

Oltre i dati complessivi, si registrano valori eterogenei. Nella fascia alta di mercato, è emblematico il caso di d’Urso Gatti e Bianchi. In totale controtendenza, lo studio ha incrementato del 59,5% il rapporto soci/professionisti, passato da 1:2,8 a 1:4,5. Il risultato è frutto dell’aumento dei professionisti (26%) e della riduzione di equity (-21,1%). Agli antipodi si colloca Grimaldi, che ha quasi dimezzato la leva (-49,7%), diminuendo la compagine (-8,6%) e quasi raddoppiando l’equity (81,8%). In termini percentuali, l’espansione equity di Grimaldi è stata superata soltanto da Lombardi Molinari Segni, che segna un più 87,5% dei soci, anche frutto dell’integrazione tra Lombardi Molinari e la squadra proveniente dal già Labruna Mazziotti Segni (oggi Lms).

Quattro insegne top-tier hanno fornito anche i risultati d’esercizio: d'Urso Gatti e Bianchi, Gattai Minoli Agostinelli, Grimaldi e Lombardi Molinari Segni. Complessivamente, il fatturato cresce del 10%, passando da 80,5 a 88,5 milioni. A registrare l’aumento maggiore di ricavi è Gattai Minoli Agostinelli che, salendo da 10 a 12 milioni, segna un più 20%. Per Gattai l’incremento degli utili è stato dell’8,8%; crescita dei profitti anche per d’Urso (21,1%) e Grimaldi (20%).

Spostando l’analisi sulla fascia media di mercato, tra le 17 boutique italiane che hanno fornito i dati, hanno subito i maggiori cambiamenti in termini di leva Trevisan & Cuonzo e Quorum. Trevisan, riducendo i professionisti da 30 a 21 (-30%) e mantenendo inalterato il numero di partner (tre), ha diminuito la leva del 30%. Quorum, invece, ha perso cinque professionisti (-22,7%) e un partner (-14%), accorciando la leva del 10%.

Quindi studi hanno fornito i risultati economici, dichiarando una crescita complessiva del 4%, con fatturati in rialzo da 74,33 a 77,53 milioni. Tra le realtà più rappresentative del cluster, Carbonetti ha incrementato maggiormente i ricavi, passati da 8,3 a 10 milioni (20,5%). In termini percentuali l’insegna che ha migliorato di più gli utili è Quorum, con un aumento dei profitti da 2,50 a 3,51 milioni (40,4%).


Monopractice: lavoro e tax

Gli studi giuslavoristi hanno mostrato sofferenza di risultati nel corso del 2014. Dieci studi hanno dichiarato le loro entrate, complessivamente fatturando il 3% in meno, passando da 68,51 a 66,71 milioni. Lablaw ha subito maggiori perdite in termini numerici con 1,5 milioni di euro in meno (-17,6%). A chiudere il 2014 con segno rosso anche Albè (-2,2%); Salonia (-16,2%) e Tosi (-19,4%). Per gli altri giuslavoristi, l’anno è stato sostanzialmente di stallo. Sul fronte dei profitti, invece, le otto insegne che hanno fornito il dato hanno chiuso il 2014 in perdita del 5%. Il dato peggiore è appannaggio di Salonia, che da 3,02 è sceso a 2,24 milioni, risultato dovuto anche agli investimenti fatti sulla crescita dello studio (con l’aggregazione di due professionisti senior ha incrementato dell’11% la leva). Il caso particolare di Salonia rispecchia la scelta compiuta diffusamente anche dagli altri lavoristi, che hanno allungato la leva complessivamente del 6,9%.
    
Dei tre fiscalisti coinvolti nell'indagine, solo Maisto ha dichiarato fatturati in calo, con entrate scese da 31 a 29,6 milioni.



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