Skadden

Uno studio in trasferta

L’insegna conferma: nessuna sede in Italia. Ma guarda alla crescita dei mandati italiani con un team di sette avvocati italiani basato tra Londra e Bruxelles

23-08-2017

Uno studio in trasferta

L’insegna americana Skadden, quartier generale europeo in Bank Street Canary Wharf London, è sbarcata da tempo in Europa con diverse sedi: Regno Unito, Germania, Francia. Ma in Italia non ha mai scelto di aprire un ufficio. Una decisione ampiamente ragionata dall’insegna che il partner italiano Lorenzo Corte conferma in questa intervista a TopLegal. Senza però rinunciare all’espansione del business in Italia dove il team italiano può contare su una proposta dal doppio appeal: la capacità di interagire col cliente in italiano, pur essendo avvocati americani o inglesi; la possibilità di guidare il cliente italiano nelle dinamiche di mercato della contrattualistica di altri Paesi. Il team italiano è dislocato tra Londra e Bruxelles e conta sette professionisti che saliranno presto a otto con l’arrivo a breve di un nuovo avvocato a Bruxelles. Oltre a Corte, ci sono anche i soci Sandro de Bernardini e Giorgio Motta.


TLR: Perché siete arrivati a creare una squadra italiana in Skadden?
L.C.: Skadden è presente nelle principali economie europee da oltre 25 anni. Ha uffici nel Regno Unito, in Germania e in Francia, a cui si aggiunge un’importante presenza a Bruxelles per la practice antitrust. Si tratta di presidi che risalgono agli anni ‘90. Nel 2009, quando sono diventato partner, lo studio mi ha chiesto di sviluppare il business in Italia alla luce delle numerose società italiane che hanno investimenti e fanno acquisizioni all’estero, con l’obiettivo di sviluppare l’M& a cross border. L’idea è stata quella di farlo senza aprire un ufficio in Italia e di sfruttare le potenzialità e le risorse già presenti nella struttura che non venivano utilizzate in maniera mirata. Mi riferisco a Sandro de Bernardini a Londra che aveva maturato esperienza in Italia da Chiomenti per i profili transactional e Giorgio Motta a Bruxelles per i profili antitrust.

Quali sono i tratti distintivi della vostra attività di consulenza legale e i benefici per il cliente di una squadra con la doppia abilitazione in diritto statunitense e inglese?

Dal punto di vista delle operazioni, difficilmente rappresentiamo il cliente estero in una compravendita puramente italiana; generalmente, questo richiede l’assistenza di uno studio italiano con presenza in Italia. Il nostro valore aggiunto è su operazioni o di fusione o di acquisizione da parte di aziende italiane che si espandono all’estero. Un esempio sono le acquisizioni che il gruppo Fila (Società italiana lapis ed affini) ha fatto in Francia e in Inghilterra o anche la fusione tra il gruppo Polynt ed il gruppo Reichhold. Questo perché siamo avvocati inglesi e americani, madrelingua italiani, che offrono al cliente italiano prossimità culturale e la possibilità di interagire in italiano, aspetti spesso essenziali in queste situazioni. Non sono così diffusi i team di avvocati che possono offrire questo tipo di servizio. Attenzione, il vantaggio non è solo linguistico, conta molto anche la capacità di offrire un osservatorio ampio sulle prassi e le strategie migliori a seconda dei mercati.


Per leggere l'articolo completo, scarica il numero di agosto/settembre di TopLegal Review

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Skadden, Chiomenti SandroDe Bernardini, LorenzoCorte, GiorgioMotta Fila, Polynt, Reichhold


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