Il Tribunale di Termini Imerese sezione civile, ha stabilito che Poste Italiane dovrà pagare il rendimento indicato sul retro del buono fruttifero. È il risultato raggiunto dallo studio palermitano Varisco Fiore, con Giuseppe Varisco (in foto). La vicenda riguarda i buoni fruttiferi trentennali emessi negli anni 86/87, con scadenza nel 2017.
Nel mese di giugno del 1986 veniva emanato un decreto ministeriale sul riconoscimento dei tassi di interesse applicabili ai buoni postali fruttiferi di nuova emissione, nonché a quelli precedenti, dunque avente effetto retroattivo. Nonostante ciò Poste Italiane, attraverso i propri uffici periferici, per più di un anno dall'emanazione del decreto ministeriale, ha continuato a emettere buoni postali fruttiferi utilizzando il vecchio modello con tassi di interesse prestampati sul retro non modificati e quindi, non in linea con quelli prescritti dal decreto ministeriale. Così ai soggetti che hanno acquistato i buoni dopo l'emanazione del decreto, Poste Italiane non riconoscerà loro i tassi indicati sul retro dei buoni stessi, bensì quelli previsti dal decreto ministeriale del 1986 e inferiori del 50%.
A fugare ogni dubbio, nel 2007 è intervenuta la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, dando ragione agli investitori e condannando, quindi, Poste Italiane a emettere l'importo risultante dai tassi indicati sul retro dei buoni e non già quelli disposti dal decreto ministeriale del 1986.
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