VENTURE CAPITAL, DALLA FINANZIARIA 650 MILIONI PER LE PMI

28-11-2006

VENTURE CAPITAL, DALLA FINANZIARIA 650 MILIONI PER LE PMI

Dalla nuova finanziaria arriveranno 650 milioni di euro per lo sviluppo delle piccole e medio imprese. Di questi, 320 erano già previsti nella vecchia finanziaria. Si tratta di risorse che erano state stanziate per il progetto Sviluppo Italia (100 milioni di euro), per gli incentivi ai progetti di start up, ovvero la legge 388 (120 milioni di euro) e il fondo di fondo high tech per il Mezzogiorno (altri 100 milioni di euro). E in ballo potrebbero esserci altri 100 milioni di euro. «Ci auguriamo che il Governo» ha dichiarato Anna Gervasoni, direttore generale AIFI, a margine del convegno Finance & Knowledge 2006 organizzato da Finlombarda con il patrocinio di Aifi, «accetti la proposta avanzata da Aifi, Confindustria, Abi e Borsa Italiana nell’istituire un altro fondo di fondi per le regioni del centro-nord che, insieme ai fondi provenienti dalla legge 388 e quelli del fondo di fondi high tech, possano fungere da effetto leva per attrarre investimenti privati nelle piccole e medio imprese nella loro fase iniziale, e non solo tecnologiche». Il venture capital in Italia è ancora molto indietro rispetto ad altri paesi europei, come per esempio la Francia. «Annualmente in Italia i fondi provenienti dal venture capital verso le piccole e medio imprese» ha dichiarato Giampio Bracchi (nella foto), presidente di AIFI nell’ambito del suo intervento al convegno Finance & Knowledge, «ammontano a 500 milioni di euro, e la maggior parte di essi sono diretti verso imprese familiari, mentre il resto va verso le aziende tecnologiche. Anche le operazioni di private equity nell’ambito delle piccole e medio imprese, potrebbero essere di più. Sul mercato stanno comunque nascendo fondi specializzati nella gestione di investimenti in quote minoritarie di imprese familiari». Il presidente di AIFI ha inoltre caldeggiato il superamento delle criticità che ostacolano gli investimenti di early stage in aziende tecnologiche, sottolineando la necessità nel nostro paese di  «individuare aree in cui costituire comunità economiche presidiate da istituti di ricerca, aziende e venture capitalist. Penso per esempio a Milano. Ma quello che da noi manca è la figura dei business angel che possa portare all’attenzione dei venture capitalist quelle realtà aziendali che, pur essendo nuove, dimostrano di sapersi scontrare con il mercato». Uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’Università Carlo Cattaneo dimostra come ogni milione di euro provenienti dal venture capital crea 13 nuovi posti di lavori e come negli ultimi 4 anni l’impatto occupazionale di queste operazioni sia stato pari alla creazione di 46.000 nuovi posti di lavoro. «Per favorire lo sviluppo del venture capital» ha aggiunto Bracchi, «occorre che ci sia un intervento pubblico finalizzato a diminuire il rischio degli investimenti in queste aziende, attraverso anche l’istituzione di fondi pubblici che possano poi generare un effetto leva sulle risorse private. Sarebbe inoltre opportuno migliorare la fiscalità del settore, agevolando quegli investitori che comprano titoli di queste imprese, e dare agli investitori la possibilità di creare condizioni di uscita dall’investimento”. Tra queste sicuramente lo sbarco delle aziende in cui investono a Piazza Affari e il presidente di AIFI ha aggiunto a riguardo che «Borsa Italiana dovrebbe abbassare i costi per accedere alla quotazione e contribuire allo sviluppo di una piattaforma paneuropea».


TOPLEGAL DIGITAL

Scopri TopLegal Digital, nuova panoramica sull’attualità del mondo legal, finance e aziendale

 

Sfoglia la tua rivista gratuitamente


TopLegal Digital
ENTRA