Con una sentenza emessa il 23 dicembre 2020, il Tar Lazio ha accolto il ricorso di Vivendi, assistita da Cleary Gottlieb (TLIndex13) e Torchia (TLIndex164), avverso la delibera del 18 aprile 2017 (n. 178) con la quale l’Agcom aveva ritenuto contrario all’art. 43, comma 11, del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) che Vivendi detenesse partecipazioni superiori al 10% dei diritti di voto sia in Tim che in Mediaset.
Per effetto della sentenza del Tar Lazio, Vivendi, gruppo che fa capo a Vincent Bolloré, torna libera di
esercitare i diritti connessi alla sua partecipazione di azionista di
minoranza di Mediaset, in conformità a fondamentali principi del diritto
europeo.
Torchia ha agito con il name partner Luisa Torchia.
Il team di Cleary Gottlieb è composto dai partner Giuseppe Scassellati Sforzolini (in foto) e Marco D'Ostuni, il counsel Gianluca Faella e l'associate Giovanna Ciccioli e il lawyer Michael Tagliavini.
La sentenza del Tar Lazio è stata emessa a valle della pronuncia pregiudiziale resa dalla Corte di giustizia dell’Unione europea lo scorso 3 settembre, che aveva ritenuto l’art. 43, comma 11, del Tusmar incompatibile con la libertà di stabilimento sancita dall’art. 49 Tfue.
Accogliendo le argomentazioni di Vivendi, il Tar Lazio ha statuito che "la delibera gravata poggia le proprie basi su di una norma interna di cui la sentenza della Corte di giustizia del 3 settembre 2020 impone la disapplicazione, con conseguente applicazione dell’art. 49 del Tfue".
Il Tar Lazio ha respinto la richiesta dell’Agcom di rinviare la sentenza fino alla conclusione del procedimento per l’applicazione dell’art. 4-bis del d.l. 7 ottobre 2020, n. 125, in quanto tale norma non aveva rimosso gli effetti della delibera (n. 178/17), che continuava a limitare i diritti di Vivendi in contrasto con fondamentali principi del diritto europeo. Inoltre, il Tar Lazio ha respinto le tesi di Mediaset secondo cui sarebbe stato possibile interpretare l’art. 43, comma 11, Tusmar e la stessa delibera in maniera conforme al diritto europeo. In particolare, i giudici amministrativi hanno sottolineato che l’art. 49 Tfue ha effetti diretti e impone di disapplicare le norme interne in contrasto con la libertà di stabilimento.
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