White & Case tiene il fiato sul collo dei partner. Lo studio legale avrebbe avvertito i propri soci, nel corso di una riunione tenutasi lo scorso mese nel quartier generale a Washington DC, che è necessario un incremento delle prestazioni. I vertici dello studio avrebbero lamentato, infatti, un calo in media delle billable hours, sia negli States sia in altre sedi, e alcuni soci sarebbero addirittura a rischio uscita.
A sollevare il preoccupante dato, secondo Legalweek, sarebbe stata una ricerca condotta dal managment dello studio. La law firm, dunque, starebbe correndo ai ripari. L'ipotesi pare quella di fissare un tetto minimo, auspicabile, di 1.700 billable hours. Nel corso dell'incontro a Washington, Oliver Brettle, managing partner della sede di Londra, avrebbe dichiarato che è necessario mantenere un certo standard, chiedendo ai soci uno sforzo maggiore.
Lo studio, da quasi un anno, ha riaperto in Italia, affidando la guida della sede a Michael Immordino (in foto), dopo aver chiuso i battenti nel 2008. Un'eventuale stretta sull'intero network, dunque, arriverebbe in un momento assai delicato per la neonata sede tricolore. Tre anni fa, White & Case aveva effettuato una vera e propria ristrutturazione dei soci a Londra che aveva interessato circa il 10% dei partner.
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