Un bel colpo allo stomaco per i pirati del web, quello assestato dalla nona sezione del Tribunale di Roma, che con una sentenza obbliga Yahoo a non poter più fornire, come risultati di ricerche, link che riconducono a siti pirata.
Fin'ora è possibile, infatti, inserendo il titolo di un qualunque film, trovare un collegamento con siti pirata che consentono la visione dei contenuti illegalmente.
Tutto ha inizio con la causa intrapresa da Open Gate Italia, società che segue le controversie sul copyright, in rappresentanza di Pfa, in riferimento al film "About Elly".
Digitando il titolo del film su Yahoo, si ottengono, infatti, dieci milioni e trecento mila risultati; tra l'altro il link che conduce al sito ufficiale non è neanche tra i primi.
Pfa, assistita dall'avvocato Roberto Marraffa, dell'omonimo studio romano, ha inizialmente mandato una diffida a Yahoo, affiancato dagli avvocati di Dewey & LeBoeuf, invitandolo a ripulire i risultati della ricerca, eliminando i link pirata, ma non avendo riscontrato alcun risultato ha citato in causa il motore di ricerca.
Il giudice ha, quindi, riconosciuto che i motori di ricerca non possono esercitare «un controllo preventivo sui contenuti dei siti sorgente a cui è effettuato il link» ma ha condannato Yahoo perché era a conoscenza della violazione del copyright, con la sentenza che, come riportato sul sito di Open Gate Italia: «inibisce a Yahoo! la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film "About Elly" mediante il collegamento a mezzo dell'omonimo motore di ricerca ai siti riproducenti in tutto o in parte l'opera, diversi dal sito ufficiale del film».
«Adesso si va alla fase di merito», precisa l'avvocato Marraffa, «e lì la sentenza potrà diventare un principio generale esteso a tutti i motori di ricerca e a tutti i film».
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