Tax

Consolidato fiscale e abuso del diritto

Di Tanno ottiene un risultato apripista. Paolo Serva a TopLegal: «Se il beneficio cercato e raggiunto è voluto dal Legislatore il risparmio è necessariamente legittimo»

28-05-2018

Consolidato fiscale e abuso del diritto

 

Di Tanno – con un team guidato dal partner Paolo Serva (in foto) – ha gestito la procedura di interpello interpretativa ed antiabuso oggetto della Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 40/E del 17 maggio 2018. In sede di interpello, il Fisco ha riconosciuto la piena legittimità del riassetto di un gruppo industriale finalizzato all’accesso al regime del consolidato fiscale così come la possibilità, per la holding neocostituita, di consolidare - con effetto immediato - una società calcistica controllata dal gruppo stesso. 

I principi fissati dalla Risoluzione in tema di abuso del diritto assumono una rilevanza che va ben oltre le peculiarità del caso di specie, e sono stati pertanto salutati con particolare enfasi dagli addetti ai lavori. Un risultato importante che, come riferito a TopLegal da Serva, "sarà una bussola per gli operatori. La risoluzione fa chiarezza nei rapporti tra Fisco e contribuente individuando, in maniera chiara, lo spartiacque tra legittimo risparmio d’imposta e abuso del diritto". 

 

Quali sono stati i tratti distintivi della procedure di interpello in oggetto?

L’interpello ha avuto duplice valenza (antiabuso e interpretativa). Il caso di specie è costituito da un complesso riassetto di un gruppo industriale (che comprende anche una società calcistica) attuato mediante costituzione di una holding alla quale le persone fisiche (socie delle varie società) hanno apportato in regime di neutralità fiscale le proprie partecipazioni. La riorganizzazione ha consentito l’accesso del gruppo al regime del consolidato fiscale nazionale (previo il necessario allineamento della data di chiusura dei vari periodi d’imposta). Il Fisco ha escluso qualsiasi forma di abuso del diritto considerato che il risparmio d’imposta ottenuto mediante il consolidato è del tutto legittimo in quanto coerente con lo spirito delle norme rilevanti. Sono state anche valorizzate le motivazioni economiche alla base del riassetto. In sede interpretativa, sebbene la holding fosse neocostituita, la risposta delle Entrate le ha consentito di consolidare immediatamente la società calcistica.

Quale vantaggio potranno trarre altri operatori dal risultato ottenuto?

Al di là delle peculiarità della fattispecie che ne è oggetto, la risoluzione fissa alcuni principi fondamentali nella complessa materia dell’abuso del diritto ed è destinata a diventare una bussola per gli operatori. Essa fa chiarezza nei rapporti tra Fisco e contribuente individuando, in maniera chiara, lo spartiacque tra legittimo risparmio d’imposta e abuso del diritto. Quando si struttura una operazione volta a precostituire i requisiti per l’accesso ad un beneficio fiscale (garantito da una agevolazione, da un regime speciale o da un istituto di sistema) è necessario domandarsi se essa possa essere contestata dal Fisco in ottica antiabuso. La Risoluzione fa chiarezza: se il beneficio cercato e raggiunto è voluto dal Legislatore il risparmio è necessariamente legittimo. E’, quindi, fondamentale valutare la conformità del percorso scelto rispetto agli obiettivi e alla ratio delle norme di riferimento: se vi è coerenza non può esserci abuso. Nel caso di specie, considerato che il Legislatore ha inteso consentire la compensazione di redditi e perdite nell’ambito dei gruppi, il riassetto finalizzato ad accedere al consolidato non può essere mai abusivo. Queste chiare linee guida saranno senz’altro molto utili agli operatori chiamati spesso a misurarsi con lo spauracchio dell’abuso del diritto. 

Avete ottenuto anche la valorizzazione di ragioni di natura extra fiscale, tra cui semplificazioni nel passaggio generazionale. Un tema estremamente caldo per l’Italia. Quali sono i possibili scenari che apre questa risoluzione sul fronte del wealth management?

La risoluzione valorizza, tra le ragioni economiche del riassetto, l’obiettivo di strutturare un gruppo che facilitasse il passaggio generazionale. E’ un tema che caratterizza in maniera marcata il tessuto imprenditoriale italiano, in gran parte ancorato alla piccola e media impresa familiare. Nell’ottica del passaggio generazionale è legittimo strutturare una cassaforte di famiglia (la holding) all’interno della quale cercare l’equilibrio economico e gestionale tra l’imprenditore e i suoi familiari. Anche in termini di governance, simili strutture garantiscono benefici immediati concentrando in capo alla holding il coordinamento unitario delle attività di gruppo e “spostando” ad un piano diverso da quelle delle società produttive eventuali conflitti tra i soci (che viceversa  rischierebbero seriamente di ostacolare l’attività quotidiana dei soggetti industriali del gruppo). Il fatto che il Fisco riconosca in questi obiettivi valide ragioni economiche - idonee ad escludere ipotesi di abuso - apre nuovi scenari anche rispetto all’utilizzo di strumenti di wealth management  (trust, patti di famiglia ecc). L’utilizzo di tali strutture sarà difficilmente contestabile in presenza di reali ragioni legate al passaggio generazionale dell’impresa, soprattutto se essi garantiscono un risparmio fiscale “legittimo”  (perché coerente con la ratio delle norme) nei termini chiariti dalla Risoluzione

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