La gestione dell’origine preferenziale rappresenta un'opportunità da cogliere per gli studi che vogliono continuare ad accompagnare le imprese con una forte vocazione all’export, soprattutto in questa fase di ripartenza post Covid19. Nei contratti commerciali di fornitura la clausola relativa all’obbligo di rilascio della dichiarazione di origine è prevista sempre più frequentemente come condizione essenziale e, in quest'ottica, la gestione dell’origine preferenziale diventa uno strumento fondamentale per la competitività delle aziende nel mercato internazionale, considerando gli accordi conclusi dall'Unione europea con alcuni paesi o territori non facenti parte del suo territorio doganale.
Se n’è parlato a un recente seminario online organizzato da Kpmg in collaborazione con TopLegal dal titolo "Origine preferenziale: opportunità per la competitività delle imprese nella riparenza post Covid19", tenuto da Massimo Fabio (in foto), partner international trade & customs di Kpmg.
La domanda e l’interesse per il trattamento corretto dell’origine preferenziale dei prodotti proviene sia dalle multinazionali sia dal mondo delle Pmi. «Vedo una più rapida crescita nella domanda di questa tipologia di servizi nel segmento delle imprese medie e piccole, in quanto vi è una maggiore propensione ad affidarsi al supporto di professionisti esterni in grado di assistere in tutte le fasi necessarie per implementare la procedura interna e per l’iter per il rilascio dell’autorizzazione di esportatore autorizzato» ha detto a TopLegal Massimo Fabio.
«Nei grandi gruppi, invece, che possono contare su quattro o cinque persone dedicate alla parte fiscale, gli advisor tributari possono essere di supporto per le questioni più complesse. È il caso di alcuni settori, come l’automotive, dove le filiere multinazionali necessitano di essere continuamente efficientate e possono arrivare ad annoverare centinaia di fornitori sparsi in diversi mercati e continenti» ha proseguito.
L’utilizzo di sistemi It è diventato imprescindibile anche nel tracciamento dell’origine preferenziale dei prodotti. Le soluzioni informatiche consentono alle aziende di gestire le attestazioni di origine in maniera automatizzata, dalla fase diagnostica all’acquisizione dei documenti fino all’utilizzo di strumenti di tax intelligence che permettono di strutturare strategie competitive sui prezzi. I benefici daziari connessi al rilascio della dichiarazione di origine preferenziale permettono a un'impresa l’immediata possibilità di praticare prezzi più concorrenziali, creando un indubbio vantaggio competitivo.
«Fino a pochi anni fa, secondo un approccio legale tradizionale, eravamo costretti a costruire le procedure di rilascio effettuando la diagnostica preliminare sulla base di un numero ristretto di fatture modello fornite dalle aziende. Oggi, invece, grazie alle nuove tecnologie, possiamo esaminare in tempi molto contenuti tutta la documentazione di riferimento, con una maggiore capacità di individuare gli errori e, quindi, di intervenire in modo più puntuale e in modo preventivo e a vantaggio delle aziende» ha spiegato Massimo Fabio.
Del resto, anche una sola un’attestazione di origine preferenziale non veritiera può generare censure penali e avere conseguenze sul piano amministrativo e commerciale, inibendo la possibilità per le imprese di avvalersi di ogni altra autorizzazione. Ecco perché un presidio che consenta la corretta gestione dell’origine consente di evitare possibili contestazioni.