di Valentina Magri e Claudia Ridolfo
Nell’acquisizione di imprese del settore life science in Italia, il ruolo del fondo di private equity diviene cruciale nel colmare il divario tra le competenze in ambito manifatturiero e quelle a vocazione commerciale. «La nostra imprenditoria ha una forte vocazione al prodotto e una meno diffusa vocazione al marketing», dichiara a TopLegal Dario Di Iorio, investment manager di Quadrivio Silver Economy Fund. Il tema dell’investire nelle life science sarà approfondito martedì 19 marzo 2024 a Milano presso l’hotel Milano Scala all’interno del primo Life Sciences Forum di TopLegal. All’evento parteciperanno figure legali e di business di importanti aziende farmaceutiche e di medical device, medtech, biotech, fondi d’investimento e sarà sostenuto dai media partner AboutPharma e Italia Economy. Tra i relatori Dario Di Iorio.
Il ruolo degli operatori di private equity non è più limitato al riconoscimento di un prezzo equo che possa soddisfare i venditori che, sempre più spesso, cercano un partner che li possa aiutare nel percorso di sviluppo internazionale. Tale sviluppo deve compiersi attraverso una sempre maggiore emancipazione da dinamiche puramente esportative nella direzione di un approccio multi-localizzativo. Un altro aspetto rilevante riguarda la difficoltà sempre maggiore di trovare operai specializzati, anche nelle zone più industrializzate del Paese. «Ciò rappresenta un rischio per il nostro tessuto industriale rispetto al quale ci auguriamo che una attenta sensibilità politica possa trovare efficaci soluzioni. Il rischio è di perdere un know-how industriale che ha, dal dopoguerra, positivamente caratterizzato l’industria italiana attraverso la sua distintiva organizzazione in distretti industriali», spiega Di Iorio.
L’altra sfida principale riguarda la cessione di sovranità dell’imprenditore italiano. Nelle pmi in particolare, le persone, soprattutto chi gestisce e dirige le aziende, sono fondamentali e lavorare con diversi equilibri di potere è complesso. «Per noi è essenziale costruire un percorso di allineamento di interessi con imprenditori e management che non trova una perfetta realizzazione nelle clausole dei contratti, ma che necessita di un’umanità (potremmo dire meno poeticamente soft skill) sempre più necessaria nella gestione non solo di nuove dinamiche di potere, ma anche di mismatch generazionali e culturali quando si internazionalizzano imprese di piccola dimensione», sottolinea l’investment manager di Quadrivio Silver Economy Fund.
I metodi utilizzati dai private equity nella valutazione di una società del settore life science richiedono analisi approfondite che poi si traducono, nel caso di Quadrivio Silver Economy Fund, nella declinazione di due multipli principali che rappresentano semplicemente una sintesi valutativa: Enterprise Value/Ebitda; Enterprise Value/Free Cash Flow (Ebitda – Capex). Nell’ambito dei medical devices, ad esempio, società anche di piccola dimensione, se eccellenti, esprimono margini industriali molto alti (tra il 70 e l’80%), ebitda margin elevati unitamente ad una bassa intensità di capitale (bassa intensità della leva operativa). «È poi necessario essere selettivi per individuare le aziende che hanno maggiori e più solide potenzialità di crescita. La coesistenza di questi fattori conduce alla determinazione di multipli anche molto elevati soprattutto quando le imprese esprimono tecnologie proprie distintive con certificazioni di prodotto che ne consentono la distribuzione sia in Europa che negli Stati Uniti», afferma Di Iorio.
Quadrivio Group investe nelle life science attraverso Quadrivio Silver Economy Fund, un fondo tematico di Quadrivio Group che investe in business – di servizio o prodotto – che soddisfano bisogni di persone che hanno più di 50 anni di età. «La nostra strategia di investimento si fonda sul concetto della longevità. In ambito life science, i principali settori in cui investiamo sono quelli della diagnostica (servizi e dispositivi medici), dei dispositivi medici e della nutraceutica», conclude Di Iorio.