È negli anni della crisi come quello appena trascorso, che l’assenza di un obbligo di reporting per gli studi legali si fa sentire più che mai. A fronte di stime non verificate che circolano sulla stampa, il Centro Studi TopLegal ha dovuto escludere parte dei numeri comunicati dagli studi perché ritenuta inattendibile. Il clima che si è creato attorno al bilancio d’esercizio presenta contraddizioni e aspetti persino surreali.
Si deve dire che gli studi legali hanno vissuto un anno complesso, seppur con risvolti diversificati a seconda del segmento di mercato. Ci sono stati vincitori e perdenti, con la pandemia che ha accentuato le tendenze già in atto. Le insegne che, già prima del confinamento e della chiusura dell’economia, avevano problemi irrisolti di produttività e identità hanno visto amplificare le sfide.
Ma la rendicontazione, che è uno strumento di trasparenza, non ha risposto a tale sfida. Di fronte a un set di dati sgranati, spesso contraddittori e potenzialmente fuorvianti, TopLegal ha deciso, in discontinuità con quanto fatto negli anni passati, di pubblicare nella sua consueta indagine annuale un’analisi aggregata ma non il dettaglio su singoli studi.
Opportunità per pochi
Trasparenza, attendibilità, continuità. Sono questi i tre pilastri di una comunicazione istituzionale autorevole oggetto dell’Osservatorio di TopLegal sulla qualità del reporting finanziario degli studi. L’analisi, giunta alla seconda edizione, accompagna l’osservatorio annuale sui fatturati che dal 2014 promuove il reporting nel comparto legale. La disclosure finanziaria è un indicatore della consapevolezza di essere attore economico e fornisce una segnaletica sulla governance e sul senso di responsabilità verso gli stakeholder. L’indagine ha preso in esame le 40 realtà a maggiore densità di eccellenza così come individuate dal TopLegal Italy Index (aggiornato al 27 maggio). I risultati 2021 indicano nel complesso un leggero peggioramento rispetto al 2020: gli studi che ottengono una performance positiva sono 15.
Cadute e ricadute della rendicontazione
«Quando compilo un modulo, lo faccio esattamente come decido io, né più né meno». Parafrasando Humpty Dumpty, si poterebbe sintetizzare
così l’approccio degli studi legali alla comunicazione dei propri dati finanziari. Come per la testa d’uovo di Lewis Carrol, che sul muro sedeva e dal muro cadeva, il resoconto provoca capitomboli a non finire. Le difficoltà iniziano con il rifiuto del modulo prestabilito che va immediatamente ricreato. Si chiede il fatturato per cassa e si riceve il fatturato per competenza.
Capitani di industry
Venticinque industry sul palcoscenico digitale. Oltre 500 professionisti collegati in remoto e 47 premi assegnati. Dal set virtuale di questa seconda edizione online dei TopLegal Industry Awards, e la sesta dalla nascita della competizione, TopLegal ha rinnovato l’appuntamento con gli studi e i professionisti maggiormente in grado di rispondere alle esigenze peculiari del settore in cui operano i clienti. I mandati e le candidature sono stati analizzati dal team di TopLegal con il supporto di un’autorevole commissione tecnica composta da oltre 80 figure apicali provenienti dalle maggiori direzioni legali, fiscali e finanziarie in Italia. Istituita già nel 2010 per i TopLegal Awards, la Commissione Tecnica riveste un’importanza imprescindibile in quanto garante della correttezza dello svolgimento della gara e della competenza tecnica necessaria per valutare le candidature.
Il dibattito dei general counsel sui settori
General counsel nel complesso soddisfatti dell’assistenza ricevuta durante l’anno di Covid-19. Hanno apprezzato la capacità degli studi
di attrezzarsi tempestivamente per fornire servizi adeguati a fronte di una situazione fuori da ogni schema. Tuttavia, hanno altresì puntualizzato la necessità di maggiore reattività, unità e flessibilità nella risposta. Questo in sintesi il barometro della soddisfazione dei clienti emerso durante le giornate di riunione dei TopLegal Industry Awards dello scorso maggio. Come ogni anno, in occasione delle riunioni della Commissione Tecnica, TopLegal ha rinnovato l’osservatorio permanente sulla domanda e l’offerta di servizi legali suddivisi per settore, confrontandosi con gli in house sulla loro percezione del servizio legale ricevuto in relazione alle 25 industry oggetto di analisi.
Senior associate e counsel: pesca dai grandi studi
Labour, tax e corporate. Gli studi intendono migliorare il posizionamento in queste aree rafforzando i team o aprendo nuovi dipartimenti, in attesa di un aumento di domanda di servizi legali. La ricerca sul mercato di professionisti specializzati in dipartimenti ausiliari alle attività principali dello studio, per evitarne l’esternalizzazione, è la seconda molla che continua a spingere la pesca di senior associate e counsel dalla concorrenza. L'Osservatorio di TopLegal ha contato 23 passaggi di senior associate e counsel tra aprile e maggio nelle piazze di Roma e Milano, registrando un particolare fermento nelle boutique e negli studi internazionali con oltre la metà dei passaggi del bimestre. Questa percentuale sale al 78% se si considerano i movimenti nella fascia medio bassa.
Penale tributario: gli studi in attesa di una nuova riforma
Il diritto tributario è in continua evoluzione e le sfide che la nuova normativa pone alle aziende e ai professionisti sono sempre più complesse. Nel 2019 il legislatore ha ritenuto opportuno innalzare le sanzioni dei reati tributari portandoli ai livelli di reati con maggiore
disvalore sociale, un deciso cambio di rotta rispetto all’impostazione avviata quattro anni prima, quando era stata diminuita la rilevanza penale di alcuni comportamenti di evasione fiscale, limitando la sanzione penale solo ai reati più gravi connotati da elementi di fraudolenza. Il tema è stato affrontato in un webinar, che si è tenuto a fine marzo, rivolto a general counsel, manager e imprenditori, organizzato dallo studio Cagnola in collaborazione con TopLegal, in cui sono stati analizzate le nuove prospettive della materia.
Capacità non tecniche/1: un avvocato deve saper vendere
Come tutte le attività economiche presenti in un mercato, anche quella legale non può fare a meno della vendita. Tuttavia, c’è una certa
ritrosia del mondo legale ad accostarsi al mondo commerciale. Su questa ritrosia influisce la concezione stessa della professione per la quale, come indicato dall’art.1 del codice deontologico, l’avvocato è colui che tutela, in ogni sede, il diritto alla libertà, l’inviolabilità e l’effettività della difesa. È anche colui che vigila sulla conformità delle leggi ai principi costituzionali ed europei e sul rispetto di questi principi per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Un ruolo, quindi, di garante sociale da ricordare e tutelare che mal si concilia con la reputazione che caratterizza storicamente la figura del venditore.
Capacità non tecniche/2: come diventare un brand
"Farsi un nome". Un'espressione di cui è noto il significato, ma talvolta ne sono sconosciute le logiche alla base. Come ci si fa un nome? C’è un metodo da seguire? Si può velocizzare il processo? Per rispondere a queste domande bisogna considerare l’elemento di matrice emotiva: la percezione di sicurezza. Farsi un nome equivale a dire diventare un brand. Il brand a sua volta è sinonimo di fiducia. Perché? Quando siamo di fronte a una scelta – si tratti di acquistare una casa, un prodotto, una consulenza – il nostro cervello è alla costante ricerca di rassicurazioni. Vogliamo fare la scelta giusta, pagare la cifra adeguata, risolvere il problema. Chi è diventato brand risponde a queste esigenze in modo
implicito. La marca è un minimizzatore di sforzo e un massimizzatore di risultati.
Capacità non tecniche/3: le lezioni delle Ceo
Non è una novità: nel mondo dei professionisti essere donna è svantaggioso. Le difficoltà aumentano quando l’obiettivo diventa il posto di comando. Mentre la Legge Golfo-Mosca, che dal 2011 impone alle società quotate di riservare loro un terzo dei posti di governo, sta tentando di favorire un cambio culturale del sistema, la scalata per le professioniste è impegnativa soprattutto in ambito finanziario e legale. Se l’ascesa a socio o a managing partner in uno studio legale presenta peculiarità per gli specifici assetti di governance delle insegne, esistono dei fattori di successo trasversali e suggerimenti che emergono dall’esperienza comune delle donne Ceo nelle grandi aziende.
TopLegal Guida: Life Sciences
L’ultimo anno ha accentuato la centralità del settore Life Sciences per tutte le economie del mondo. Il corrente stato emergenziale ha dato una spinta al settore verso la digitalizzazione e un ulteriore specializzazione e internazionalizzazione. Gli equilibri di mercato si stanno spostando a favore degli studi strutturati nazionali e le realtà internazionali che si affermano in Italia. Tra i primi, emerge soprattutto BonelliErede (TLIndex1) che guadagna la quarta posizione scalando cinque posizioni del TopLegal Italy Index Life Sciences. Tra i secondi, Herbert Smith Freehills (TLIndex38) balzato in breve tempo fra i protagonisti del settore. Secondo la ricerca condotta dal Centro Studi di TopLegal, la domanda si orienta sempre più verso servizi integrati e l’assistenza globale.
TopLegal Guida: Intellectual Property
I risultati della ricerca confermano la tendenza registrata nella ricerca del Centro Studi di TopLegal 2019. Cresce l’offerta delle realtà più strutturate che rispondono alle esigenze delle attività del cliente con un’assistenza qualificata e trasversale. Primo tra tutti Tonucci (TLIndex47), che grazie al potenziamento di competenze e l’ingresso di nuovi professionisti, guadagna la quattordicesima posizione scalando 28 posizioni del TopLegal Index Ip. Notevole anche il balzo di posizione di Cba (TLIndex26) e Lca (TLIndex37) grazie a una maggiore presenza trasversale nel settore.
Italian desk: un presidio nella post-globalizzazione
L’era della post-globalizzazione pone nuove sfide all’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’antagonismo tra
Cina e Usa sta polarizzando le principali economie dei Paesi emergenti oltre ad alimentare spinte protezionistiche. La geopolitica, inoltre, è tornata a farsi sentire, condizionando il commercio con le sanzioni. In questo scenario, le aziende italiane si trovano davanti a una strada obbligata: il potenziamento dei presidi fisici fuori confine, con la creazione di vere e proprie filiere locali in Paesi che spesso scontano un maggior grado di complessità burocratica e legislativa. Per i servizi legali, l’alternativa alle Big four è spesso l’offerta locale, meglio se erogata con professionisti di lingua e formazione italiana. Il quadro è emerso dall’ultima puntata dell’indagine condotta da TopLegal con il network Omnia, nato nel 2015 per raggruppare gli Italian desk di 17 Paesi presenti in tutto il mondo.
L'ultimo numero di TopLegal Review, nr. giugno/luglio 2021 è scaricabile su E-edicola.
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Cagnola, Omnia